Questa mattina la Giunta comunale di Sanremo ha approvato la pratica relativa all’atto di indirizzo ad Amaie Spa in merito al processo di aggregazione con Dea Spa.
In attesa dell’approvazione in Consiglio comunale (la pratica andrà al vaglio del prossimo Consiglio comunale, e oggi è stata illustrata in via informale ai commissari presenti), con il passaggio di oggi arriva a conclusione un lungo percorso tecnico, amministrativo e burocratico che ha coinvolto il Comune di Sanremo, Amaie Spa e Dea Spa con l’obiettivo comune di traguardare la soglia dei 100mila pod, che rappresenta la quota minima di legge per poter accedere alle gare e restare sul mercato secondo le attuali normative di settore.
Dea Spa con i suoi 50mila pod ha visto in Amaie Spa – 30mila pod in possesso più 20mila acquisibili dalle reti e-distribuzione – l’interlocutore giusto per completare il processo di aggregazione. Al termine di questo processo Amaie Spa entrerebbe con una quota di partecipazione ricompresa tra il 24 e il 27% in ragione dell’assetto organizzativo e gestionale nonché del piano di investimenti previsto, unitamente ad una adeguata rappresentanza nella governance della società, con un occhio alla questione sociale ed alla presenza sul territorio comunale della sede operativa.
Il lungo lavoro portato avanti da Amaie Spa nella persona dell’avvocato Matteo Andracco e dall’Ufficio Partecipate del Comune di Sanremo sotto la direzione della dirigente dott.ssa Barillà, unitamente all’input politico dato dal sindaco Alberto Biancheri e dall’assessore ha condotto all’ipotesi di aggregazione con Dea Spa in un contesto di mercato regolato da normative che favoriscono economie di scala e grandi realtà di mercato.
La volontà politica è stata infatti quella di ricercare prioritariamente una soluzione che salvaguardasse i dipendenti della società e contestualmente che la società mantenesse un punto di riferimento operativo sul territorio degli uffici operativi.
In alternativa alla suddetta aggregazione, l’unica altra opzione possibile all’orizzonte sarebbe stata la vendita societaria del reparto elettrico e la contestuale cessazione della società stessa, con ripercussioni sociali, operative e gestionali inevitabilmente negative.