Il viaggio in autobus, si sa, non è un’impresa semplice quando l’azienda a occuparsi del servizio è la Riviera Trasporti: tra corse risicate, ingenti ritardi e viaggi annullati per le più disparate cause, sono molte le segnalazioni che giungono alla nostra redazione riguardanti le epopee vissute durante gli spostamenti in autobus tra città della nostra Provincia.
E così, il nostro lettore M. B. ci informa di avere atteso un autobus della linea Andora-Sanremo, in un giorno feriale, per addirittura un’ora e quarantadue minuti, e si domanda “se sia giusto per chi ha sottoscritto l’abbonamento e si sposta in Provincia con i mezzi pubblici, soprattutto per lavoro, sopportare un tale disagio”.
Infatti, la situazione sopra descritta è tutto meno che singolare: ci giungono anche notizie, da diversi lettori, della soppressione di tre corse consecutive della linea Sanremo-Ventimiglia, di un ritardo di oltre mezz’ora sulla linea Ventimiglia-Dolceacqua e di diversi di oltre un’ora sulla linea Andora-Sanremo, specialmente nell’ultima settimana. Oltre ai ritardi, sono segnalati la presenza di rifiuti, zecche e, in un’occasione, deiezioni canine (ripulite dagli stessi passeggeri), di sedili rotti e divelti e di macchine sovraffollate; nonché l’assenza di aria condizionata.
“A chi conviene avere un trasporto pubblico disastroso con il risultato di obbligare le persone a spostarsi con i propri mezzi, causando traffico intenso e ricadute dal punto di vista ecologico?”, si domanda M. B., facendo riferimento agli ingenti investimenti che le Amministrazioni hanno dedicato negli ultimi anni a parcheggi, rotatorie e semafori: ciò che appare è una mentalità votata più a tamponare il sovraffollamento automobilistico, che non prevenirlo, garantendo un servizio pubblico efficace.
“Mi sta bene che le Amministrazioni si sentano soddisfatte dal flusso di turisti a seguito delle manifestazioni in calendario”, continua il lettore, “Ma a quale costo per i residenti? Tenendo conto che le manifestazioni estive non portano certo beneficio a tutti!”
“Tali considerazioni non intendono assolutamente puntare il dito contro i dipendenti di tale servizio”, precisa, infine, M. B., “Da ritenersi anch’essi verosimilmente vittime del sistema”.