Oggi 12 agosto a Sospel, nell’entroterra di Mentone, si è tenuta la commemorazione dell’eccidio di diciassette partigiani italiani e francesi che combattevano insieme sul Grammondo e che, dopo due giorni e tre notti di atroci torture, furono fucilati dai nazifascisti. Per coprire le urla dei torturati, i tedeschi fecero rullare a lungo i tamburi. Era il 12 agosto 1944, tre giorni dopo, le forze alleate sbarcavano sulle coste della Provenza.
Caddero i francesi: Adolphe Faldella, Alphonse Rostagni, Mario Tironi, Jean Tolosano, e gli italiani: Michele Badino, Antonio Bazzocco, Bruno Bellon, Oreste Fanti, Armando Ferraro, Sergio Franceschi, Pietro Gavini, Bruno La Rosa, Osvaldo Lorenzi, Luigi Martini, Bruno Pistone, Alberto Quadretti e Mario Roncelli.
Dopo il raduno nella piazza davanti al Comune, i partecipanti si sono recati in corteo per la deposizione delle corone nel luogo della fucilazione, dove si è tenuta la commemorazione ufficiale e sono state deposte delle corone e poi al cimitero sulla tomba dei martiri. Accanto a questa tomba, si trova quella del figlio di Bruno La Rosa. Fino all’età di 60 anni non sapeva nulla del martirio del padre. Lo ha scoperto dopo lunghe ricerche e, da quel momento, non è mai mancato alla cerimonia. Ora riposa accanto al genitore che non ha mai conosciuto.
Ventimiglia era rappresentata dal vicesindaco Marco Agosta, che ha portato il saluto a nome del Comune e dal segretario dell’ANPI Franco Molinari. A nome della Resistenza italiana e francese ha parlato, nelle due lingue, lo scrittore Enzo Barnabà.