Vasta operazione della Guardia di Finanza nell’imperiese per il contrasto al lavoro nero e all’evasione fiscale.
I finanzieri hanno eseguito ispezioni in imprese edilizie gestite da turchi, egiziani, tunisini, albanesi e italiani che operavano in varie regioni della penisola e in Francia.
Sarebbero 23 gli indagati. Un imponibile di quasi 9 milioni di euro sottratto alla tassazione, per un’imposta evasa stimata superiore a 2,5 milioni e Iva non versata per circa 1 milione. In un caso si ritiene che l’evasione fiscale sia stata compiuta anche con fatture per operazioni inesistenti. Fatture che ammonterebbero a 650mila euro, emesse da soggetti che solo formalmente risultavano titolari di partita Iva, ma di fatto svolgevano in nero lavori da muratore. Nella fattispecie sarebbero stati segnalati alla Procura, per reati tributari, sette emettitori di fatture false e il beneficiario, quest’ultimo colpito dalla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, unitamente al divieto di espatrio e al sequestro preventivo di beni fino alla concorrenza dell’imposta evasa.
Nell’ambito dei controlli sarebbero anche stati individuati 30 dipendenti in nero e un lavoratore irregolare – ai quali sono stati corrisposti oltre 380mila euro in nero – fra questi e i loro familiari 16 persone per indebita percezione del reddito di cittadinanza, per circa 300mila euro.
Inoltre emergerebbero anche violazioni per l’omessa dichiarazione del trasferimento di denaro su conti correnti in Paesi extracomunitari per oltre 1,5 milioni.