Sversamento di liquame biancastro maleodorante alla foce dell’Oasi del Nervia ieri sera, 28 luglio.
Abbiamo assistito al silenzio assordante dell’amministrazione comunale di Ventimiglia”, esordisce Maria Spinosi (Ventimiglia Progressista). “Risultano intervenuti un tecnico di Rivieracqua, i Carabinieri, l’assessore all’Ambiente del Comune di Camporosso Sara Canale e il sindaco Davide Gibelli”.
“Da Ventimiglia, benché allertati, nessuno è intervenuto”, continua. “Non è intervenuto il sindaco Flavio Di Muro, non è intervenuto l’assessore all’Ambiente Milena Raco, non è intervenuta la Polizia Municipale, neppure la protezione civile che ben avrebbe potuto agire di supporto. Dopo oltre tre ore di sversamento, l’Arpal ha comunicato che sarebbe intervenuta stamane. Tutto rimandato in buona sostanza”.
“Ancora non sappiamo di quali sostanze si tratti, l’unico dato oggettivo è che l’intero torrente è stato invaso dal liquame e il danno all’ecosistema è incalcolabile”, spiega. “Davvero non si poteva fare nulla di più che aspettare per tre ore che finisse lo sversamento? E se si tratta di composti chimici pericolosi per la popolazione? Ancora non abbiamo nessuna informazione. La tenuta del nostro ecosistema deve essere la priorità dell’amministrazione comunale. Pretendiamo un’informazione tempestiva e costante sull’evolversi del disastro ambientale, pretendiamo che si facciano le opportune indagini sull’origine dello sversamento e soprattutto sulla sua composizione che non sia nocivo per la flora e la fauna dell’Oasi e per la salute della popolazione, che non implichi problemi a coloro che fanno il bagno nelle vicinanze e che la visitano. Pretendiamo di essere informati sulle risultanze di tali indagini e sul perseguimento dei responsabili. Non vogliamo iniziare a pensare che ci siano dietro interessi altri”.
“In aggiunta a ciò, pretendiamo di conoscere lo stato del sistema idrico e fognario della città così come è urgente che la nostra amministrazione si faccia promotrice del progetto per un depuratore consortile di nuova generazione”, conclude Spinosi.