“Purtroppo con l’interruzione dell’erogazione dell’acqua nelle frazioni e in alcune zone di Pontedassio già nei giorni scorsi e anche ieri e oggi, dopo aver interpellato gli addetti di Rivieracqua che operano sul nostro territorio, devo dire che siamo di nuovo arrivati al momento in cui l’acqua scarseggia”, esordisce il sindaco Ilvo Calzia.
“Poiché le sorgenti sul nostro territorio danno un apporto irrisorio di acqua, dipendiamo totalmente dall’acquedotto di Rezzo e dai pozzi nell’Impero. Ma anche i quantitativi di acqua di Rezzo e dei pozzi sono preoccupanti perché corrispondono ai quantitativi già bassi di agosto dello scorso anno”, spiega il primo cittadino. “Inevitabilmente da ora in avanti purtroppo diminuiranno ancora per il naturale prosciugamento delle falde a fronte di mancanza di piogge per tutto l’inverno e la primavera. In questa situazione di emergenza per contenere l’utilizzo ‘improprio’ dell’acqua potabile emetterò – in data odierna, 22 giugno – nuovamente l’ordinanza che vieta l’utilizzo dell’acqua potabile per l’irrigazione di orti e giardini, per il lavaggio degli automezzi e per il rifornimento delle piscine”.
“Il comune di Pontedassio per sopperire in parte a quest’emergenza ha attivato anche quest’anno i tre pozzi disponibili sul territorio che sono a disposizione per incrementare l’afflusso di acqua previo controllo da parte di Rivieracqua”, continua Calzia. “Inoltre il Comune ha stanziato altri 25mila euro, dopo i 20mila spesi lo scorso anno, per migliorare l’efficienza dell’acquedotto acquistando ulteriori 2 pompe per l’approvvigionamento delle vasche nelle frazioni, per l’installazione di un tubo che consentirà di rifornire la vasca di Villa Viani con le autobotti, che non possono raggiungerla a causa della strada tortuosa, per comprare un secondo generatore di corrente per i pozzi dei Viesci, per la sostituzione di alcuni tratti di tubazione usurata nelle zone periferiche di Pontedassio, infine per l’installazione di un apparecchio di monitoraggio di tutte le vasche dell’acquedotto. Il Comune andrà di fatto a provvedere con risorse proprie alle migliorie necessarie a fronteggiare la crisi idrica senza incassare un centesimo dalle bollette che vengono riscosse per intero da Rivieracqua”.
“Ho letto con attenzione tutti i commenti dei giorni scorsi e vorrei precisare che i comuni con più di mille abitanti sono obbligati per legge a far parte dell’A.T.O. idrico (Rivieracqua) della provincia di riferimento e non vi è possibilità alcuna di uscirne”, conclude il sindaco.