25 aprile, oggi, Festa della Liberazione. È tutto vero o l’Italia, noi italiani siamo un Paese senza memoria? Una risposta l’ha data anni fa Pier Paolo Pasolini: “Noi siamo un paese senza memoria. Il che equivale a dire senza storia. L’Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell’oblio dell’etere televisivo, ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo per le sue contorsioni, per le sue conversioni. Ma l’Italia è un paese circolare, gattopardesco, in cui tutto cambia per restare com’è. In cui tutto scorre per non passare davvero”.
25 aprile 2023: per celebrare il 78esimo anniversario della Liberazione il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo il tradizionale saluto e la corona d’alloro all’Altare della Patria a Roma, volerà in Piemonte dove, alle 11, è previsto il suo arrivo all’aeroporto di Levaldigi. Il nutrito protocollo prevede la visita di Mattarella all’abitazione museale dell’avvocato Duccio Galimberti, partigiano ed eroe cittadino. Seguiranno, in diretta su Rai 1, la cerimonia ed il discorso ufficiale del Presidente sul valore ed il significato della Resistenza. Nel pomeriggio Mattarella si trasferirà a Cuneo, Boves, Borgo San Dalmazzo, luoghi dove giovani ed anziani, uomini e donne combatterono, molti morirono, per la libertà.
Può aiutarci Piero Calamandrei che anni fa scrisse: “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perchè lì è nata la nostra Costituzione”. O il piemontese Cesare Pavese: “Tu non sai le colline/ dove si è sparso il sangue/ tutti quanti fuggimmo/ tutti quanti gettammo/ l’arma ed il nome. Una donna/ ci guardava fuggire./ Uno solo di noi/ si fermò a pugno chiuso/ vide il cielo vuoto/ chinò il capo e morì/ sotto il muro, tacendo/ ora è un cencio di sangue/ il suo nome. Una donna/ ci aspetta alle colline./ Sempre sulle lapidi, a me basterà il mio nome/ le due date che solo contano/ e la qualifica di scrittore e partigiano/ mi pare di aver fatto meglio questo che quello”.
Il 25 aprile 1945 dopo che gli alleati avevano superato il Po, i soldati tedeschi e repubblichini di Salò cominciarono la ritirata. Sandro Pertini, futuro Presidente della Repubblica, allora partigiano e membro del Comitato di Liberazione Nazionale, dai microfoni di “Radio Milano Libera” urla agli italiani: “Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire. Battetevi sempre per la libertà, per la pace, per la giustizia sociale. La libertà senza la giustizia sociale non è che una conquista fragile, che si risolve per molti nella libertà di morire di fame”.
E oggi? Stiamo vivendo di confusione. Ogni volta che votiamo siamo testardamente fiduciosi, anche se non riusciamo più a capire chi ha torto o chi ha ragione. Continuiamo a sperare. Nei mesi seguenti però a vincere è la delusione. Il numero di chi diserta i seggi elettorali è in preoccupante aumento. Hanno torto? Gli eletti, presidenti, senatori, deputati, onorevoli non sono in grado di tener fede a tutte le promesse fatte in campagna elettorale.
Se il partigiano, scrittore Italo Calvino fosse ancora vivo chissà se scriverebbe oggi questa sua poesia: “Forse non farò/ cose importanti/ ma la storia è fatta di piccoli gesti anonimi/ forse domani morirò/ magari prima di quel tedesco/ ma tutte le cose che farò/ prima di morire/ e la mia morte stessa/ saranno pezzetti di storia/ e tutti i pensieri/ che sto facendo adesso/ influiscono/ sulla mia storia di domani/ sulla storia di domani/ del genere umano”.
Oltre al Presidente della Repubblica Mattarella che discorsi sentiremo oggi, 25 aprile 2023, dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dal vicepresidente Matteo Salvini, dal presidente del Senato Ignazio Benito La Russa, dal presidente della Camera dei Deputati Lorenzo Fontana, dai vari ministri da Nordio, a Tajani, Crosetto, Piantedosi, Giorgetti, Calderoli, Fitto, Santanchè, Lollobrigida e via cantando e dai vari oppositori: Giuseppe Conte (M5S), Ethel Schlein (Pd), Calenda-Renzi (terzo polo “dimezzato”), Angelo Bonello (Verdi) & C? Parleranno tutti dall’Italia o dall’estero?
La speranza è che non vadano persi i “pezzetti di storia” che ci hanno permesso di vivere liberi sino ad oggi.