Ricorre oggi, sabato 18 marzo 2022, la giornata nazionale della memoria per ricordare le vittime del Covid-19, che dal 2020 ad oggi ha causato il decesso di oltre 187mila persone in Italia. Secondo i dati raccolti da Alisa, l’Azienda Sanitaria Ligure, dall’inizio della pandemia in Liguria sono morte 5.892 persone: 3.024 nel 2020, 1.579 nel 2021, 1.195 nel 2022 e 94 quest’anno. Nell’area metropolitana di Genova sono decedute complessivamente 3.004 persone, 930 in quella di Savona, 755 in provincia della Spezia e 684 nell’imperiese, mentre sono stati 518 i morti tra i residenti fuori Regione.
Per ricordare le persone scomparse in questi tre anni di pandemia, oggi le bandiere della sede di Regione Liguria saranno poste a mezz’asta; nel pomeriggio, sul maxischermo luminoso installato sulla facciata del palazzo di piazza De Ferrari sarà mostrato un messaggio di cordoglio e vicinanza alle vittime, oltre che di solidarietà ai tanti operatori sanitari che si sono impegnati nel combattere la pandemia.
“Tre anni fa i camion militari carichi di bare delle vittime del Covid sfilavano per Bergamo: un evento triste e luttuoso, scolpito tutt’ora nell’immaginario collettivo del nostro Paese – dichiara il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti – che ricordiamo ancora oggi con la commozione dovuta a chi ha perso la vita durante l’emergenza sanitaria e la doverosa riconoscenza verso tutte le donne e tutti gli uomini del personale sanitario e dello Stato, nella nostra Regione come nel resto d’Italia, che hanno dato un contributo fondamentale nella lotta e nella vittoria contro la pandemia, talvolta a prezzo della loro stessa vita. Un sacrificio che non dimenticheremo mai e che ha dimostrato ancora una volta il senso di responsabilità e gli stretti legami di solidarietà che animano la nostra comunità”.
“La pandemia Covid-19 è stata la più grande tragedia dal secondo dopoguerra a cento anni dalla Spagnola – dichiara l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola. – L’Italia e la nostra regione hanno pagato un pesante tributo di sangue ed oggi dobbiamo ricordare tutti coloro che non ce l’hanno fatta ed essere accanto ai loro familiari. Ci conforta il pensiero che la scienza vince e oggi ha costretto il virus in una fase endemica, di pacifica convivenza, e quindi ben lontano dalla letalità delle prime fasi. Siamo usciti dalla pandemia cambiati non solo negli assetti sanitari, messi a dura prova, ma anche in quelli sociali e nei rapporti personali, ciò serva da lezione per il futuro”.
“Le vittime del Covid – aggiunge Filippo Ansaldi, direttore generale di Alisa – non devono essere dimenticate mai. Oltre al doveroso pensiero per i familiari di tutte le persone decedute, questi numeri ci ricordano anche cosa ha significato combattere il Covid, la sua diffusione e come ha trasformato tutto il mondo della sanità, anche in Liguria. La fotografia del presente ci dice che la malattia è diventata endemica e non è neppure paragonabile alle fasi drammatiche dei primi anni, soprattutto per quanto riguarda le conseguenze sulla vita delle persone e per l’impatto sulla pressione ospedaliera: oggi abbiamo un centinaio di persone nei nostri ospedali, due terzi dei quali ricoverate per ragioni diverse dal Covid, e con due casi in terapia intensiva. Sono dati non sovrapponibili a quanto abbiamo vissuto in periodo pandemico, quando i ricoverati in Liguria arrivarono a superare i 1.600, oltre a contare decine di vittime al giorno nei periodi più dolorosi”.