“Mamma, dov’è il nonno? Nonna, andiamo alla giostra? Nonno, nonno, dov’è il nonno? Ha fatto la valigia e se n’è andato. Perché la nuora non lo vuole più. È troppo vecchio, troppo malandato. Con i bambini non ce la fa più. Allora si è rivolto ad un ospizio. Ma si è sentito dire solo “No. Ci spiace tanto amico non c’è spazio. Già stiamo troppo stretti, non si può”. Non c’è posto, per carità. Il vecchietto dove lo metto. Dove lo metto non si sa. È andato dritto dritto all’ospedale. Chiedendo un posto all’accettazione. “Non ce la faccio più, mi sento male. Mi manca solo ormai l’estrema unzione”. Ma il medico di turno si è scusato, guardandolo con un sorriso fesso: “Lei non si rende conto in quale stato. Abbiamo gente pure dentro al cesso”. Mi spiace ma non c’è posto, non c’è posto per carità. Allora non sapendo cosa fare. Ha fatto quello che può fare un pazzo. Con una corda al collo in fondo al mare. Ha fatto finta d’essere un merluzzo. Al cimitero grande del Verano. Appena sceso giù dal furgoncino. S’è incavolato subito il guardiano. Mettendosi a parlare col becchino. Il vecchietto dove lo metto. Dove lo metto non si sa. Va a finire che non c’è posto. Forse neppure nell’aldilà”.
Era il 1977, esattamente 46 anni fa quando Domenico Modugno scrisse e cominciò a cantare, far volare questa canzone triste, ma tremendamente vera: “Il vecchietto dove lo metto”. Una fotografia di allora che, quasi mezzo secolo dopo, di fronte alla tragica, incredibile, cruda realtà di troppe Rsa, ospizi, case di cura per anziani ci fa arrossire. Ci accusa, chi più chi meno, di non essere stati capaci di offrire ai nostri genitori, ai nonni chi ha la fortuna di averli ancora, una vecchiaia serena. Chiudere gli occhi in pace. Il recentissimo scandalo de “Le Palme” di Arma di Taggia, dove la Guardia di Finanza ed il Tribunale di Imperia hanno e stanno indagando 24 dipendenti (10 ai domiciliari, 14 sospesi) ne è l’ennesima prova. Il mondo è cambiato, è vero. Assistere, curare in casa, confortare, seguire persone anziane, con disturbi seri, non è facile. Le case di cura, gli ospedali, la sanità esistono per questo. Il problema però non è stato risolto. Anzi, presto andremo forse su Marte, ma qui in terra il vecchietto non si sa proprio dove metterlo. Non tutti, ma…
Il 16 ed il 17 febbraio, scoppiato lo scandalo a “Le Palme”, visto le riprese e foto ignobili scattate dalle telecamere nascoste nelle stanze e negli interni dell’Rsa infermieri, personale maltrattare, insultare, terrorizzare, dare sberle, minacciare ospiti anziani, uomini, donne, con frasi “T’ammazzo di botte io! T’ammazzo quant’è vero Dio, la Madonna, stamattina ti devono trovare morto!”, sentire che, madri, padri anziani non venivano lavati, che parte del loro cibo non veniva dato ma veniva buttato nel gabinetto per fare prima, piaghe da decubito non curate, formiche nel letto, sporcizia, pannoloni non cambiati.
A tal proposito ho scritto due editoriali dal titolo: “Il vecchietto dove lo metto? Nei ‘lager’ della Riviera?” e “Per l’Asl1 tutto in regola a ‘Le Palme’, per la Guardia di Finanza è un ‘Lager’“. Ho chiuso il secondo editoriale facendo mie le domande di moltissime persone costrette, credendoli al sicuro, accuditi nel modo migliore a mettere familiari in Rsa: Comune, Regione Liguria, Asl, Governo potevano fare qualcosa? Che provvedimenti sono stati presi per impedire, cancellare questi “lager” del terzo millennio? L’Asl ha risposto, ha mandato una lettera (che abbiamo subito pubblicato) dove spiega il grave problema, le difficoltà a partire dalla mancanza di personale qualificato, fondi, strutture. “Non avevamo ricevuto segnalazioni di cattiva gestione o violenze”, “…immediatamente dopo la notifica degli avvisi di garanzia agli operatori della struttura in oggetto l’Asl1 ha subito contattato telefonicamente i familiari degli ospiti ai fini di ricevere segnalazioni su eventuali criticità, rilevate o percepite”, “Le note diffuse a mezzo stampa relative all’operato dell’Asl danno infatti conto solo di alcuni aspetti oggetto di verifica, posto che è d’uso di questa azienda il massimo rispetto del segreto istruttorio in presenza di atti di indagine, peraltro ancora in corso”.
Verissimo, le indagini continuano. Purtroppo ero fuori provincia, non potevo ringraziare il nuovo direttore generale Asl, dott. Luca Filippo Maria Stucchi. Lo faccio ora per averci risposto. Chi segue Riviera Time continua a telefonarci, a porci domande. Le registrazioni, le foto, tutto il materiale acquisito dalla Gdf non sono più che sufficienti per capire, provvedere ed ammettere che forse, ripeto forse, non tutto quanto doveva essere fatto è stato fatto?