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Ieri è stata la giornata mondiale del pane, alimento base della nostra cultura che abbiamo sempre dato per scontato sulle nostre tavole. Ma l’odierna corsa ai rincari sui prezzi di tutte le forniture ed ingredienti che sta colpendo tutti i settori non dà sconti a questo alimento basilare.

Aumentano i costi della farina, della luce, del gas: una situazione difficile per tutti, ancor di più in quei territori “svantaggiati” a livello produttivo della nostra provincia dove portare avanti un’impresa non è affatto facile né quantomeno aiutato.

Siamo al panificio Asplanato Angiolino di Triora, produttore del famoso pane recensito tra gli “80 migliori pani d’Italia”. Un’azienda che tiene con forza la sua posizione nell’alta valle Argentina, ma per cui i rincari delle forniture si fanno sentire.

“Ancor prima della guerra il prezzo della farina era già aumentato – esordisce Mattia Rossi – ma da inizio marzo è aumentato tutto il resto. La farina è aumentata del 45%, il gasolio del 50% in due mesi, anche ingredienti come l’olio e inoltre ora aumenteranno le bollette delle luce”.

“L’ultima bolletta era quella di agosto/settembre, ma c’era solo un piccolo aumento, attendiamo quella del prossimo bimestre dove l’aumento sarà più sostanzioso ma non siamo a livello dei ristoranti. Ci preoccupa molto di più l’aumento del gasolio perché è ciò che alimenta il nostro forno: anni indietro quando scendeva non ci sono mai stati dei ribassi mentre i rincari restano alti, capisco tutto ma credo che un po’ di speculazione ad alti livelli ci sia”.

Le difficoltà si espandono anche nel recuperare i pezzi di ricambio per i macchinari: “Li abbiamo ordinati da mesi e non arrivano”.

“Noi abbiamo aumentato del 10% i nostri prezzi per andare avanti, pagare fornitori e dipendenti, ma non si può fare pagare tutto al consumatore, non sarebbe corretto”.