Per il secondo anno di fila si prospetta un’annata difficile per l’olivicoltura; ricordiamo che l’anno scorso si ha avuto una produzione ridotta di ben l’80% in meno.
La siccità quest’anno ha colpito tutti i settori dell’agricoltura, senza ovviamente tralasciare la produzione dell’olio per cui le piante hanno sofferto le alte temperature: “I dati danno per ora metà della produzione persa per via della cascola – ci spiega Paolo Boeri di Olio ROI – l’albero soffrendo la sete rilascia il frutto a terra per salvarsi; oltre a questo si sta verificando un forte attacco da parte della mosca che pregiudica ulteriormente la raccolta”.
Una situazione che non riguarda solamente la nostra provincia ma parla di una crisi ben più ampia: “Uno stato votato all’agricoltura come la Spagna, leader mondiale per la produzione di olive a livello di quantità, per la prima volta dopo decenni scende sotto il milione di tonnellate raccolte, attestandosi attorno alle novecentomila. Quando il primo produttore del mondo perdere un terzo della produzione ci si rende conto della gravità della situazione”.
A complicare la situazione ci sono i fattori legati alla filiera produttiva: i relativi costi del vetro che sono duplicati e dell’energia elettrica quadruplicata, dinamiche difficili da gestire se vi è anche una mancanza della materia prima alla base.
“Quest’anno – conclude Boeri – dovremo cercare di fare un’ottima selezione delle olive per trasformarle nel miglior olio possibile. Il nostro frantoio aprirà il 5 ottobre con la frangitura, a fine stagione sapremo fare i conti”.