La consigliere comunale a Bordighera, Mara Lorenzi interviene con una nota stampa sulla carenza di medici in Liguria.
“Sarebbe tragico se dalle elezioni politiche di settembre 2022 non emergessero programmi mirati ad affrontare con urgenza il problema della carenza di medici. Un problema che impatta la vita quotidiana delle persone a livello nazionale e che qui nell’estremo Ponente della Liguria sta facendo implodere il Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Gli elettori si aspettano soluzioni articolate e concrete; il nostro piccolo contributo è proporre elementi da tenere in considerazione.
Da tempo elenchiamo tra le strategie per affrontare i problemi del SSN il miglioramento della retribuzione di tutte le professioni sanitarie. Oggi ci concentriamo sulla retribuzione dei medici, che non è competitiva con quella di quasi tutti gli altri paesi Europei. I database dell’OCSE mostrano che la retribuzione annua media di un medico specialista dipendente, quali sono i medici del nostro SSN, in Italia è circa la metà della retribuzione in Islanda, Irlanda, Olanda, Germania, Gran Bretagna e Paesi nordici; ed è inferiore a quella francese. Come stupirsi se i nostri giovani laureati fanno volentieri le valigie per posizioni all’estero? Dove, come deduciamo da loro pubbliche testimonianze, si sentono anche più valorizzati e aiutati a crescere professionalmente.
C’è stata per diversi anni inerzia a livello nazionale nell’aggiornare la retribuzione dei nostri dirigenti medici (così sono chiamati tutti i medici delle ASL). La retribuzione è costituita da una parte fissa uguale per tutti e da un “salario accessorio” alimentato da fondi definiti in sede nazionale, ma poi declinati a livello di Regione e di ASL. L’ammontare dei fondi accessori era stata congelata dal decreto Madia all’importo per l’anno 2016, e ha ripreso a crescere solo dal 2019 con l’effetto dei cosiddetti “commi Gelli” (205/2017, art.1 c. 435 e 435 bis). Ma gli incrementi che ne derivano per i salari della dirigenza medica (vedi Atto 4156 del 5-7-2022 della Giunta Regionale ligure) sono irrisori rispetto alle discrepanze di retribuzione con i medici di altri Paesi.
Quando poi si arriva alla ripartizione dei fondi tra le Regioni e alla destinazione dei fondi alle diverse voci del salario accessorio, lo stesso sindacato dei medici Anaao-Assomed in uno studio del 22-6-2021 ha definito il sistema una “Babele”. La Tabella 2 di tale studio mostra ad esempio che la Liguria è stata per molti anni una delle 7 regioni in cui il valore del salario accessorio per dirigente medico ammontava a meno di 23.000 euro, mentre in Piemonte era di 28.000 euro, e nelle provincie autonome di Trento e Bolzano arrivava rispettivamente a 46.000 e 66.000 euro. Discrepanze di questo tipo tra Regioni sono un problema che impatta reclutamento e ritenzione nelle ASL, perché i fondi accessori forniscono il corrispettivo finanziario per la posizione del medico, le condizioni di lavoro (straordinari e guardie), e il risultato. Come potrà un giovane medico che ha fatto un po’ di compito a casa e ha appena vinto un concorso sentirsi attratto da una ASL che a priori ha meno fondi accessori da distribuire, non ha destinato fondi di posizione per rendere appetibili incarichi iniziali, paga gli straordinari e le guardie notturne il 29% in meno della media nazionale, e dove magari la progressione di carriera è anchilosata? Peserà molto nelle sue decisioni la concorrenza di paesi stranieri e del sistema privato, o addirittura delle Cooperative, se non banalmente di ASL più lungimiranti.
Se è vero che nella maggioranza dei casi chi sceglie di diventare medico non lo fa per un obiettivo economico, è anche vero che l’impegno e le responsabilità che al medico vengono richiesti meritano una retribuzione che assicuri l’assenza di preoccupazioni economiche. Anzi, ci vuole quella modesta misura di agiatezza che permette al medico, anche quando ha impegni familiari, di concentrarsi sul suo lavoro primario e continuare a documentarsi e studiare, senza dover cercare troppe sorgenti di reddito aggiuntivo.
In conclusione, il panorama attuale della retribuzione dei medici del SSN in Italia chiede azione a tutti i livelli. Lo Stato dovrà progressivamente correggere le deficienze di retribuzione rispetto ad altri Stati europei facendo un investimento strutturale e duraturo nel SSN, che sarebbe ben più efficiente che inseguire (ad es. tramite le cooperative) tutte le contingenze a cui la carenza di medici espone il SSN. A beneficio particolare della Liguria e della grave situazione dell’ASL1, la Regione dovrebbe adoperarsi per incrementare i fondi accessori. E nell’immediato le associazioni sindacali dei medici e l’ASL1 dovrebbero stabilire un accordo per utilizzare con altissima priorità i fondi accessori e loro residui a sostegno del reclutamento di nuovi medici e ritenzione delle professionalità già presenti nell’ASL1. La popolazione ha bisogno di risultati”.