“Oggi il consiglio comunale è chiamato a votare su una scelta di fondamentale importanza che sta rischiando di passare inosservata o non compresa nelle sue conseguenze: la trasformazione di Rivieracqua da società consortile in spa”, commenta il segretario cittadino del PD Sanremo, Maurizio Caridi.
“Questo passaggio – continua – potrebbe sollevare profili di illegittimità su due fronti: prima di tutto l’automatica decadenza dell’affidamento del servizio idrico integrato nel momento in cui la società affidataria diventi società mista pubblico/ privato e in secondo luogo l’assenza di potere in capo alla società di deliberare la nascita di una newco. Questo rischio costituisce ulteriore rafforzamento della linea da sempre espressa dal PD provinciale, contraria all’ingresso del socio privato, che comporterebbe l’ingerenza del privato nella gestione di una risorsa essenziale, mai come in questi giorni, quale l’acqua”.
“Siamo sempre più convinti che Rivieracqua abbia i numeri per andare avanti senza socio privato – specifica Caridi – grazie non solo alla tariffa unica che assicura un introito costante ma anche ai finanziamenti del Pnrr che consentiranno di porre mano alle infrastrutture per efficientamento e migliore gestione del servizio. Del resto, è sotto gli occhi di tutti a cosa hanno portato anni di commistione pubblico – privato in questo settore con Amat e Aiga: mancanza di manutenzione e investimenti che oggi pagano i cittadini di tutta la provincia di Imperia in termini di cattiva qualità dell’acqua, malfunzionamenti del depuratore, rotture di tubazioni, razionamento dell’acqua”.
“Noi non siamo convinti dell’equazione pubblico = inefficiente, quindi esprimiamo forte preoccupazione su questa importante pratica e ribadiamo che il PD di Sanremo è in linea con la posizione espressa dal partito a livello provinciale: no all’ingresso del privato nella gestione idrica. Chiediamo fin da ora e per le future pratiche una più approfondita analisi e soprattutto un più ampio confronto su un tema così delicato come l’acqua pubblica, perché gli interessi in gioco sono altissimi”, conclude.