Il rappresentante della FP CGIL Imperia, Alessandro Petrini interviene con una nota stampa sulla carenza di personale sanitario in provincia di Imperia.
“La FP CGIL non può non esprimere forte preoccupazione per la situazione di grave carenza organica dal punto di vista sanitario del nostro territorio.
Troppe volte abbiamo segnalato la cronica carenza di personale Sanitario che vede ormai coinvolte tutte le figure principali deputate all’assistenza sanitaria, e in tutti gli ambiti a partire dalla ASL fino alle strutture private, case di riposo e RSA.
Oggi più che mai riteniamo che il “default” sia dietro l’angolo. Mancano infermieri, le case di riposo e RSA sono quotidianamente impegnate nella ricerca di personale infermieristico difficile da reperire e non solo a livello provinciale. I pochi infermieri presenti sul territorio vivono costantemente sul mercato e sulla precarietà. Da una parte alla ricerca di un contratto migliore che premi il loro operato, dall’altra più che mai, alla ricerca di organizzazione, salvaguardia della salute e della sicurezza in quei luoghi di lavoro dove sempre più viene a mancare, dovuto ad un aumento incontrollato e disorganizzato dei carichi di lavoro.
Turni di lavoro interminabili, riposi sempre meno presenti sui propri cartellini, ferie non godute, minutaggi ormai troppo distanti dalla realtà per poter calcolare il reale rapporto fra pazienti, dotazione organica, cure, tempi e qualità dell’assistenza. In troppe strutture, Azienda Sanitaria Locale compresa, ormai sono saltati tutti gli schemi e la fotografia che riusciamo a vedere, è quella di lavoratrici/lavoratori stanchi, sebbene stanchi non sia l’espressione che riesca a rendere al meglio l’idea, rimarchiamo stanchi e stremati. Sofferenza che non viene meno per gli operatori socio assistenziali, che per sopperire alle carenze infermieristiche in alcuni casi, vengono attribuite responsabilità al di fuori delle loro competenze. Anche per loro vengono meno le corrette valutazioni dei rischi sulla sicurezza, e l’aumento esponenziale dei carichi di lavoro in assenza di figure fondamentali per una organizzazione ottimale dei piani di lavoro indebolisce ulteriormente la catena della qualità assistenziale dedicata ai pazienti.
I salari tabellari previsti da alcuni CCNL sarebbero da migliorare e aggiornare, il rischio che nel prossimo futuro, anche queste figure potrebbero seguire l’andamento di altre che come oggi, portano alla sofferenza del sistema sanitario in quanto drammaticamente carenti. Rimanendo in tema di salario, ci chiediamo se questo sia l’unico problema che ha portato alla grave carenza organica di tutte le figure interessate dal sistema sanitario nella nostra provincia. Sappiamo bene che alcuni contratti più svantaggiosi come quelli usati nel privato talvolta troppo distanti dal CCNL sanità, penalizzino ulteriormente il settore, ma non crediamo questo sia l’unico indicatore della crisi che si percepisce sul nostro territorio.
La gestione e l’organizzazione dell’assistenza rimane sempre in costante ritardo, talvolta anche in contrasto con le priorità che come O.S. non possiamo che rivendicare, riportando l’attenzione alla tutela e salvaguardia della salute e sicurezza dei lavoratori non meno alle esigenze della popolazione.
Negli ultimi tre anni troppe riorganizzazioni e scelte ritardatarie e sbagliate hanno sfavorito queste necessità fondamentali.
Nella stessa ASL 1 Imperiese, la carenza cronica di personale, la perdita continua di specialità e reparti che faticano la piena ripresa, cessioni dei servizi in appalto, cessioni di ramo d’azienda, gestione discutibile del personale dipendente sempre più sottoposto a spostamenti di vario genere per sopperire quotidianamente a mancanze organizzative, sono tutti fattori che influenzano negativamente sulla qualità vita/lavoro per i dipendenti e dell’assistenza sanitaria per la cittadinanza.
Si fatica nel reperire personale e contestualmente perdiamo personale. Da gennaio ad oggi non solo infermieri, ostetriche, fisioterapisti e altre figure cercano e hanno cercato altrove nuove soluzioni di lavoro, anche il personale medico si aggiunge alla triste “graduatoria” di coloro che scelgono di proseguire la propria carriera lontano dalla nostra provincia.
Tanti i concorsi aperti negli ultimi mesi, tardivi per una organizzazione seria dei servizi e nell’evoluzione del lavoro che ci precede con risultati che portano inevitabilmente a scarse adesioni a lungo termine.
A breve il proseguo dei lavori dei concorsi regionali per operatore socio sanitario e infermieri, tenteranno di dare respiro alle singole ASL, impoverendo di fatto ulteriormente le strutture sul territorio come case di riposo, RSA, residenze protette, ecc, che proveranno ancora una volta al fine di garantire il proprio accreditamento, a contendersi qualche figura che rimarrà esclusa dalle procedure concorsuali ritornando inesorabilmente alle righe iniziali di questo comunicato”.