Per il sito archeologico di Capo Don a Riva Ligure inizia una nuova era. Dopo anni di scavi che hanno portato a studiare approfonditamente l’area, con le sue stratificazioni preromane, romane e medievali, è giunto di tempo di renderla fruibile per far conoscere il suo grande valore culturale.
Ad aprire questa nuova fase sono stati 25 studenti di due classi dell’I.I.S “Ruffini” di Imperia dei corsi tecnico turistico e costruzioni, ambiente, territorio. Accompagnati dai docenti Mattia Rebaudo e Sabina Sposato, hanno trascorso la mattinata di mercoledì 8 giugno alla scoperta del sito archeologico di Capo Don e in visita al SEM, lo spazio espositivo multimediale sito nel palazzo comunale di Riva Ligure che racconta la storia dell’area archeologica.
“Ho partecipato insieme agli studenti alla visita guidata accompagnato dal funzionario della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Imperia e Savona, Stefano Costa, e dalla curatrice del SEM, Silvia Papalia. L’obiettivo è di portare a conoscenza delle giovani generazioni l’esito delle varie campagne scavi che hanno messo in luce i resti attualmente visibili, oltre che i principali aspetti della storia locale e della vita quotidiana di una città di 1500 anni fa”, ha commentato Giorgio Giuffra, sindaco del Comune di Riva Ligure.
Quella di mercoledì è stata un’attività realizzata nel contesto di un percorso di co-progettazione e animazione territoriale moderato da Sociolab e realizzato nell’ambito di RACINE, progetto europeo che sperimenta metodi innovativi di interazione tra i luoghi della cultura e le comunità, a cui hanno partecipato anche alcuni comuni liguri, tra cui Riva Ligure, la cui amministrazione comunale ha coinvolto associazioni, singoli cittadini, operatori locali e istituti scolastici in quattro incontri di discussione sul futuro del sito.
Il risultato è un documento, il “Patto locale di valorizzazione per il sito di Capo Don” che consegna all’amministrazione locale idee e proposte da realizzare insieme per far conoscere l’area archeologica e metterla in rete gli altri tesori archeologici della provincia.
Il progetto RACINE ha finanziato anche alcune infrastrutture tra cui la rampa per facilitare l’accesso agli scavi, una rastrelliera per le biciclette, una pensilina con totem multimediale e cartelli informativi che saranno distribuiti lungo la ciclabile in prossimità del sito.
“Ora la prospettiva per il sito è la sua valorizzazione. Per renderlo visitabile quest’estate gli scavi saranno consolidati e messi in sicurezza. Vanno poi progettati i percorsi interni, preservando i resti e lasciando uno spazio per ricerche future. Questo lavoro interno di aggancia alla viabilità esterna che il Comune sta realizzando per raggiungere a piedi o via ciclabile il sito e scoprirlo, sempre in intreccio con il SEM che resta strumento importantissimo per il racconto della storia del sito”, ha affermato Stefano Costa, archeologo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Imperia e Savona.
“È importante coinvolgere i giovani in una realtà ancora poco conosciuta come questo sito, facendo loro capire le connessioni tra la nostra vita di oggi e quella delle tante persone che nei secoli hanno vissuto in questo posto. Tutto ciò aiuta a traguardare risultati per il futuro in termini di maggior affezione e interesse della cittadinanza nei confronti del suo patrimonio culturale e la necessità di custodirlo e trasmetterlo e anche di pensarlo in un’ottica di sviluppo socio-economico del territorio”, ha commentato Gianluca Spirito, funzionario di Regione Liguria responsabile di RACINE, progetto elaborato da Anci Toscana e finanziato nell’ambito del programma Interreg Italia-Francia Marittimo 2014/2020.