L’ospite speciale di un “Martedì Letterario” del Casinò di Sanremo altrettanto speciale, è stato venerdì pomeriggio il regista Enrico Vanzina. Oltre che dietro la macchina da presa, Vanzina è stato anche attore, sceneggiatore, produttore, autore e anche scrittore, e proprio in quelle vesti si è presentato al pubblico per parlare del suo libro “Diario diurno” (ispirato al Diario Notturno di Ennio Flaiano).
“È un mio resoconto di quanto accaduto nel decennio 2011-2021 cioè sino all’arrivo della pandemia e dei cambiamenti avvenuti sia prima che dopo il Covid”, ha detto, e dopo aver confermato di essersi ispirato al Diario di Flaiano, ha spiegato che il suo è “diurno” perché ha l’abitudine di svegliarsi molto presto al mattino. Il libro presentato nel Teatro dell’Opera del Casinò non è il primo a sua firma, in precedenza aveva scritto “Le finte bionde”, “Colazione da Bulgari” e “La vita è buffa”.
Enrico Vanzina, figlio di “Steno” (Stefano Vanzina) e fratello dello scomparso Carlo, ha anche raccontato un aneddoto particolare che lo lega a Sanremo: “Nel mese di luglio del 1969, avevo vent’anni, ero a casa di amici qui a Sanremo che ci stavamo preparando per partire in barca verso la Corsica. Il giorno prima della partenza in questa città abbiamo assistito ad uno degli eventi storici più importanti dell’era moderna, lo sbarco sulla Luna. E per questo non dimenticherò mai Sanremo con la quale ho anche ottimi ricordi di Festival come giurato”.