Il gup Massimiliano Botti del tribunale di Imperia ha condannato oggi in primo grado e nelle forme del rito abbreviato a 2 anni e 4mila euro di multa il sindaco di Triora, Massimo Di Fazio, accusato di porto illegale di armi e di caccia di frodo sia al di fuori del periodo venatorio che in aree protette.
L’inchiesta risale al 2019 e le indagini vennero condotte dalla Polizia Postale attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali condotte anche con l’uso di malware utilizzati per infrangere i sistemi informatici. Nella stessa inchiesta sono stati condannati anche Alberto Basile di Bordighera (4 mesi); Mattia Rizzo, di Badalucco (8 mesi e 2.200 euro); Lorenzo Rebaudo di Sanremo e Lorenzo Ascheri, di Bordighera (4 mesi), Germano Anfosso, di Isolabona (1 anno, 4 mesi e 2.600 euro di multa).
Gli imputati sono tutti accusati, a vario titolo, di porto illegale di arma da sparo, bracconaggio e uccisione di animale.
Il giudice ha poi accolto le istanze di non luogo a procedere per tre imputati che avevano scelto il rito ordinario e le tre richieste di messa alla prova ai servizi sociali. Il non luogo a procedere nasce dal fatto che i tre erano finiti sotto inchiesta sulla base delle intercettazioni telefoniche di un altro processo a carico del sindaco Di Fazio e per questo motivo inutilizzabili in base a un pronunciamento della Cassazione.
La difesa, sostenuta dall’avvocato Alessandro Moroni, aveva cercato di dimostrare che l’attività di caccia si era svolta in territorio francese, dove il primo cittadino era in possesso di regolare permesso.