La consigliere comunale di “Civicamente Bordighera”, Mara Lorenzi è intervenuta con una nota stampa a seguito del consiglio comunale di ieri sera in cui si è discussa la mozione sulla creazione di una Casa della Comunità al Saint Charles, presentata dallo stesso gruppo e da “Semplicemente Bordighera”.
“La discussione su una Casa della Comunità al Saint Charles nel contesto del Consiglio Comunale di ieri a Bordighera, incoraggia a completare il quadro informativo. Il primo chiarimento dovuto è che la decisione sul realizzare o no una Casa della Comunità nel complesso dell’Ospedale Saint Charles non spetta al Comune di Bordighera, ma bensì all’ASL1, concessionaria dell’Ospedale. Quindi il respingimento della nostra mozione da parte del sindaco e gruppo di maggioranza non inficia minimamente la possibilità di procedere con l’iniziativa.
L’intento della mozione presentata ieri sera al Consiglio Comunale con il collega medico e consigliere Giuseppe Trucchi era di informare la popolazione di una opportunità straordinaria e privilegiata e sollecitare l’incoraggiamento del consiglio comunale all’ASL1 e alla Regione perché tale opportunità sia colta.
Opportunità straordinaria e privilegiata perché vede la convergenza niente affatto scontata di 3 ingredienti fondanti per la creazione di una Casa della Comunità, come definita e finanziata dal PNRR “strutture fisiche, in cui opererà un team multidisciplinare di medici di medicina generale, pediatri, medici specialisti (con strumentazione polispecialistica), infermieri di Comunità, e altri professionisti della salute”. Primo, il complesso del Saint Charles ha ben due palazzine pronte per attività ambulatoriale. In particolare, la palazzina nuova di zecca che doveva essere il Palasalute promesso fin dal 2010 ospiterà a breve la dialisi, ma ha tutto un piano vuoto da utilizzare. Secondo, un folto gruppo di Medici di Medicina Generale operativi a Ventimiglia, Vallecrosia, e Bordighera ha espresso alla direzione ASL1 la disponibilità immediata ad ancorare una Casa della Comunità e far partire un progetto pilota. Soprattutto i giovani medici di Medicina Generale sono ansiosi di trasformare l’attuale routine solitaria in partecipazione ad un team multidisciplinare. Terzo, l’ASL1 è interessata a investire su questa opportunità anche per le sue ricadute: una Casa della Comunità ben funzionante ridurrebbe le attese per consulenze specialistiche e l’intasamento dei servizi di emergenza da accessi per patologie minori.
La creazione di una Casa della Comunità al Saint Charles può essere indipendente da come si evolverà la subconcessione del complesso ospedaliero ai privati con eventuale ricostituzione di un Pronto Soccorso. Sarà l’ASL1 a concedere ai privati le strutture necessarie per l’espletamento delle attività previste da un contratto, che rimane in attesa di definizione dal 2018. Sembra ragionevole che l’ASL1 possa tenere in considerazione le nuove normative e finanziamenti originati con il PNRR, e proporre l’utilizzo di una palazzina periferica dell’Ospedale per un fine prioritario del SSN.
Inoltre, l’auspicio di far partire la Casa della Comunità al Saint Charles non vuole ignorare il piano regionale di situare a Ventimiglia la Casa della Comunità per questo distretto. Ventimiglia non ha pronta la struttura fisica necessaria. Un approccio “hub and spoke” per la nuova Casa della Comunità, in cui Bordighera parte come hub, potrà permettere evoluzioni nel tempo guidate dalla domanda del distretto.
Tutti auspichiamo per l’Ospedale Saint Charles una rinascita, che dovrà passare o da un robusto contratto con i privati o da un impegno dell’ASL1 a reintegrare servizi ospedalieri mirati alle necessità del distretto e complementari ai servizi del DEA di I livello di Sanremo. La creazione di una Casa della Comunità sarebbe il tassello più nuovo e immediato di quella rinascita”.