Se diventassimo più autonomi sotto l’aspetto del cibo? Se diventassimo più autonomi in materia di energie rinnovabili? Se diventassimo più green? “Se – si domanda il presidente di Coldiretti Imperia, Gianluca Boeri – la smettessimo di parlare e iniziassimo a fare? Basta parole, basta”.
Coldiretti Imperia, conscia della difficoltà del percorso che ha deciso di intraprendere, ma determinata ad ottenere risultati concreti sulla carta senza troppe strette di mano, punta la lente d’ingrandimento sui 3 pilastri portanti dell’economia agro-alimentare: infrastrutture, PSR agro-ambientale – strutturale, ricerca e sperimentazione.
“Si tratta di interventi mirati – spiega Domenico Pautasso, direttore Coldiretti Imperia – volti a salvaguardare e tutelare l’economia portante del nostro territorio. Sono anni che ascoltiamo, parliamo, proponiamo ma, alla fine, rimaniamo sempre con l’amaro in bocca”.
Nel dettaglio gli interventi proposti da Coldiretti:
1) Infrastrutture: riordino di tutti i piccoli consorzi che operano sul territorio, realizzazione di nuove infrastrutture idriche, sistemi di irrigazione a basso consumo d’acqua, regimazione delle acque, manutenzione reti idriche, realizzazione di piccoli invasi (uso agricolo, civile ed energetico), utilizzo dell’acqua dei depuratori ai fini irrigui e infrastrutture viabili – strade taglia fuoco.
2) PSR agro-ambientale – strutturale: è lotta contro l’abbandono degli uliveti, per Coldiretti la presa in giro più grande nei confronti del comparto olivicolo. “A destra si lavora – aggiunge Boeri – a sinistra si abbandona. E viceversa. La Regione Liguria ha il dovere di intervenire per eliminare definitivamente questo problema che, dati alla mano, rappresenta un polmone verde per parassiti, incuria, incendi ma soprattutto ‘insulti’ verso chi lavora seriamente per produrre prodotti di eccellenza. I terreni abbandonati – conclude il presidente – rappresentano una sconfitta e Coldiretti non può accettarlo: è una questione di rispetto per gli associati e per gli sforzi che fanno per mantenere vivace l’economia portante della regione Liguria”.
3) Ricerca e sperimentazione: realizzazione di un polo di ricerca regionale che coinvolga università ed enti territoriali e nazionali sulla base delle esigenze/problematiche segnalate dagli imprenditori agricoli. Ricerca di nuovi prodotti provenienti da agrofarmaci, individuazione di antagonisti naturali, studio nuove tecniche di coltivazione, percorsi formativi professionali per tecnici di campo e di frantoio per il controllo della produzione e delle linee produttive.
“Alle istituzioni – aggiunge il direttore Pautasso – chiediamo di accompagnarci in questo percorso in maniera concreta e trasparente. La situazione è sotto gli occhi di tutti: è ora che ognuno si assuma le proprie responsabilità. Basta parole”.