Dopo alcune settimane di calo vertiginoso, le ultime hanno portato un nuovo aumento delle positività da covid-19. Una crescita che ha spinto alcuni infettivologi ed epidemiologi a parlare di quinta ondata. Terminologia, quest’ultima, che viene invece esclusa dal dottor Matteo Bassetti che parla, piuttosto, di una prima ondata di un: “…virus 2.0”.
Il primario del reparto di Malattie Infettive del policlinico San Martino di Genova si è infatti espresso così via social: “Io non credo che siamo di fronte a una quinta ondata di covid in Italia almeno per come abbiamo vissuto le ondate precedenti. Siamo di fronte a una prima ondata di una infezione completamente diversa, di un virus 2.0 rispetto a quello che abbiamo visto nelle ondate precedenti. È la prima ondata di un virus depotenziato per le sue conseguenze cliniche perché non è paragonabile alle precedenti quattro ondate e perché i nostri ospedali hanno pressione zero. Ovvero, questo aumento dei contagi non porta ad una malattia grave. Se vediamo i numeri, l’incremento dei nuovi casi è ormai costante da 10-15 giorni e quindi avremmo già dovuto vedere un aumento sui ricoveri e sulle terapie intensive se avesse portato ad una malattia grave. Dobbiamo monitorare, fare attenzione ma i vaccini funzionano eccome.
Si parla dei rischi legati alla variante Omicron 2 ovvero alla gemella più espansiva di Omicron 1. Non mi pare così aggressiva, ma è molto contagiosa e l’aumento dei casi ne è la prova. Può recidivare nel 3-4% dei casi. Omicron rispetto a Delta, secondo uno studio pubblicato su ‘Cell’, fa produrre un numero di anticorpi dieci volte inferiore, in qualche modo è in grado di colpire più volte anche a distanza ravvicinata. I contagi cresceranno ancora ma non ci saranno le forme gravi. Il ciclo vaccinale con la dose booster non è bucato dalla variante Omicron 2 ma in Italia abbiamo molti che hanno fatto due dosi vaccino e poi la malattia. Se è vero che con Omicron 2 si ha una risposta immunitaria dieci volte inferiore, forse vale la pena per queste persone di fare la terza dose anche dopo l’infezione naturale. Le persone più anziate e con comorbidità anche dopo aver avuto Omicron dovrebbero fare la terza dose”.