“Come consigliere comunale di Bordighera”, commenta Giacomo Pallanca, “ma soprattutto come cittadino del comprensorio Intemelio, in queste ultime settimane sono stato contattato da molti cittadini, i quali mi hanno manifestato la loro forte preoccupazione in merito a cosa diventerà l’Ospedale Saint Charles dopo il 31 marzo. Risento nelle loro parole lo stesso timore di incertezza degli anni passati, timore che portò la mia amministrazione nel 2013 a valutare la seria possibilità di privatizzare l’Ospedale dopo i continui e sistematici interventi di depotenziamento della struttura Saint Charles, iniziati pochi anni dopo il 2004, anno che vide siglata la transazione tra il Comune di Bordighera e l’ASL; in quell’atto ufficiale era stato scritto con chiarezza quali servizi sanitari del plesso ospedaliero di Bordighera dovessero essere mantenuti. Ciò non avvenne, in aggiunta a questo, il Decreto 158/2012 Balduzzi, stabilì quale fosse il parametro numerico affinché si potesse mantenere un Ospedale di base (Pronto soccorso e reparti collegati), ed è di minimo 80.000, come bacino di utenza. Essendo noi dell’Intemelio 60.000, sappiamo bene cosa è successo”.
“Ricordo con vivida memoria”, continua il Consigliere comunale, “le iniziative promosse dal Comitato Saint Charles a difesa del nostro Ospedale, ancor prima del Decreto Balduzzi, nelle quali venivano denunciate le iniziative di depotenziamento della struttura, operate dall’ora Giunta Burlando nel segno di una riorganizzazione “funzionale economica” dei servizi ospedalieri. In allora i sindaci del comprensorio Intemelio si fecero portavoce delle preoccupazioni dei cittadini; in corteo, con le fasce tricolore ricordo il sindaco Scullino (presidente del distretto socio-sanitario intemelio), il sindaco Biasi ed altri primi cittadini in prima fila in corteo, ahimè Bordighera non era presente perché in gestione prefettizia. Furono annunciate azioni di protesta forti, come l’occupazione della Sopraelevata da parte del sindaco Biasi; sappiamo che purtroppo le cose non cambiarono, ma furono segnali forti di vicinanza al personale ospedaliero, ai cittadini dell’intemelio. Abbiamo letto le dichiarazioni del presidente Toti, assessore alla Sanità ligure, rassicuranti sul futuro del Saint Charles, con il privato o senza. È giusto dare credito alle sue parole, ma mi piacerebbe vedere, leggere da parte dei tre sindaci (Scullino-Ingenito-Biasi), che rappresentano per numero di abitanti più del 50% dei cittadini dell’intemelio, un segnale significativo di presa di posizione sul futuro sanitario della nostra struttura”.
“La situazione del Saint Charles è preoccupante, manca personale, alcune attrezzature sono state rimosse e ricollocate in altre strutture sanitarie provinciali. Ad oggi non è chiara quale sia l’alternativa di programmazione sanitaria di ASL 1, per il nostro Ospedale, nel caso naufragasse l’ipotesi della gestione privata. Non deve e non può bastare sapere che il presidio ospedaliero resterà, bisogna avere certezza dei servizi che saranno disponibili ai cittadini; rappresentiamo un quarto della popolazione della provincia, questo deve avere un peso e deve essere fatto valere. Confido”, conclude Pallanca, “nello spirito combattivo dei sindaci Scullino, Ingenito, Biasi, il loro ruolo e peso politico potrà dare quelle risposte alle domande che noi tutti attendiamo da tempo”.