Entra nel vivo la task force di Regione Liguria, che moltiplica i contatti con i piccoli Comuni e con le associazioni di categoria per rappresentare al meglio le istanze dei cittadini e del settore agroalimentare.
“Apprezzo profondamente tutti i contributi e le istanze che le Associazioni Agricole hanno sempre dato al mio Assessorato in questo anno – spiega il vicepresidente della Regione Liguria con delega all’Agricoltura e all’Allevamento Alessandro Piana – e che mi stanno fornendo con contatti ripetuti in questi giorni, necessari per un cambio di passo meditato a livello nazionale. Condivido la grande maggioranza delle osservazioni che stiamo portando avanti sin dalle prime ore di questa emergenza e, in particolare, a Cia Liguria ribadisco alcuni concetti per chiarirci con i lettori. Per poter provvedere con la massima attenzione a tutta una serie di proposte pervenuteci e di valore, è opportuno cambiare la vetusta legge nazionale, la n.157 del 1992, quindi interloquire presso il Governo perché tutte le forze politiche prendano atto della situazione. Non si può vivere in continua emergenza, in situazioni di degrado urbano e animale che si perpetuano dalle principali città alle campagne. Non si può sottostare a certe logiche animaliste, cercando poi ristori economici al mondo rurale come unica risposta”.
“Le Regioni ben poco possono fare rispetto ad una legge nazionale, unica in Europa a sancire i due giorni settimanali di silenzio venatorio e a imporre una serie di limitazioni. Ad esempio la caccia ai cinghiali per due soli giorni alla settimana e la protezione di tutta una serie di animali alloctoni in netto contrasto con la fauna autoctona, sempre più pericolosamente in diminuzione. Altro punto fondamentale: gli abbattimenti dei maiali di allevamento si rendono necessari per scongiurare il rischio contagio, che porterebbe a un fermo dell’intero settore. Abbiamo pertanto già individuato indennizzi congrui che non calpestino la dignità degli allevatori oltre che finalizzati agli smaltimenti delle carcasse”.