“Continuano le ipotesi di riduzione delle giornate di pesca dall’UE per il 2022, così come dal Tavolo di Consultazione della Pesca e dell’Acquacoltura del MIPAAF – spiega il vice presidente e assessore alla Pesca di Regione Liguria Alessandro Piana – in cui è emersa la proposta di attribuire un plafond massimo di lavoro all’anno per ogni peschereccio che non soddisfa le esigenze dei pescatori, una categoria a rischio estinzione se si continua di questo passo. In Liguria si tradurrebbe di fatto nella scomparsa della pesca a strascico che, nella nostra regione, viene svolta da circa 80 pescherecci ed assicura il sostentamento di oltre 200 famiglie. La proposta di una riduzione di giornate così consistente – si ipotizzano, ad esempio, solo 31 giornate di attività per le barche comprese tra 12 e 18 metri in tutto l’arco dell’anno – chiaramente è fatta per chiudere la pesca professionale. Come si può pensare che un pescatore lavori solo 31 giornate l’anno? Ricordo che lo strascico ligure è ben diverso da quello effettuato nell’Atlantico e nelle acque oceaniche; le nostre barche sono molto più piccole, agiscono solo su fondali fangosi ed utilizzano attrezzi molto meno impattanti rispetto alle altre marinerie europee. Per questo nella prossima riunione del Tavolo Pesca ci opporremo fermamente”.
“I pescatori pagano come tutti le tasse 365 giorni all’anno – aggiunge il deputato Lorenzo Viviani, capogruppo Lega in commissione Agricoltura della Camera e capo dipartimento Pesca del partito – ma ormai lavorano per meno della metà. Con questo provvedimento si peggiorerebbe ulteriormente la situazione che deve cambiare radicalmente. Non si può gestire lo sforzo di pesca in base alle giornate in mare: è antiscientifico e non porta alla salvaguardia o al miglioramento dello stato degli stock ittici, ma solo alla morte della nostra marineria. Come abbiamo già dimostrato in passato, con le attuazioni dei piani di gestione (ad esempio dei rossetti e dei bianchetti), si possono modificare i regolamenti europei, ma ci serve l’impegno di tutti, mettendo a frutto le competenze a partire dagli Enti locali sino al Ministero”.