Confesercenti provincia di Imperia interviene con una nota stampa sulla situazione migranti a Ventimiglia.
“La situazione nella città di frontiera Ventimiglia, in merito all’emergenza immigrazione, mai sopita, ha superato i limiti della tollerabilità ed ogni fattore di umanità.
Le difficoltà nella gestione del fenomeno migratorio con tutti i limiti strutturali e le contraddizioni con cui l’Europa sta affrontando un simile evento, fa aumentare proporzionalmente e quotidianamente la situazione di crisi a Ventimiglia. Il recente incremento di arrivi di migranti, frutto della crisi pandemica abbattutasi con violenza anche sui Paesi africani, sta devastando gli equilibri sociali.
Nella nostra città, per quanto attiene la gestione dell’accoglienza, non è stato dato nessun riconoscimento alla variabile dell’esplosione della pandemia, con strumenti eccezionali per le esigenze di tutela della salute.
La situazione in città vede oggi, a fronte di una forte presenza di forze dell’ordine, una scarsa rete di accoglienza, funzione delegata al mondo del volontariato, con assenza totale di spazi dedicati per le migliaia di persone, di famiglie, di bambini che transitano per riparare nella vicina Francia.
Non esistono luoghi ove dormire, lavarsi, soddisfare i propri bisogni fisiologici; non esistono centri di assistenza sanitaria, tutto il lavoro che si vede in città è opera esclusiva del volontariato.
Conseguenza immediata di ciò è una mole di persone che “vivono” su binari della stazione ferroviaria e lungo il suo sedime, in casolari abbandonati, nei giardini pubblici, per strada, negli androni dei condomini dove oltre a riposare, si lavano, soddisfano i propri bisogni umani, senza limiti e barriere, in assoluta libertà.
Questa situazione inumana sta causando anche diffusi atti di violenza urbana con scontri con le forze dell’ordine, rapine, scippi, atti di vandalismo oltre ad un diffuso degrado umano e sanitario.
La città di Ventimiglia presenta troppe “zone scure”, intere porzioni di territorio nelle quali le persone non possono permettersi di uscire o tornare a casa dopo un certo orario in modo tranquillo, e altre zone nelle quali non è consentito transitare anche in pieno giorno per paura di finire colpiti da sassaiole o assistere ad atti osceni sempre più frequenti.
Molti commercianti vivono nel terrore di essere oggetto di azioni sconsiderate da parte di persone disperate, oltre a subire quotidianamente e costantemente un forte calo degli affari causato dalla diffusa nomea di “città da paura” o “città del degrado”.
Tale fenomeno ha causato negli ultimi mesi anche la morte innocente di ragazzi giovani folgorati dalle linee dell’alta tensione delle carrozze ferroviarie o annegati nella foce del fiume Roja.
La politica sino ad ora non è stata capace di risolvere, sino ad oggi, in maniera definitiva la situazione, e continua a non offrire adeguate soluzioni e risposte ai problemi reali della città e dei suoi cittadini, né per quanto attenga l’emergenza umanitaria né per quella sociale e civica.
L’Amministrazione Comunale si è schierata pubblicamente contro la riapertura di un centro di accoglienza non fornendo tuttavia altre tipologie di soluzioni, l’Amministrazione regionale risulta assente per mancanza di competenza come altresì i parlamentari eletti nel territorio giudicandolo il fenomeno un mero problema locale.
Non esistono in città centri di assistenza sanitaria, presidi medici di controllo della pandemia Covid, assistenza psicologica dedicata.
Ogni giorno aumenta la sensazione di insicurezza dei cittadini, degli operatori commerciali e dei loro clienti, aumentano i fatti di cronaca, i casi di violenza e spesso emerge anche una mancanza di strumenti giuridici idonei a supporto del lavoro degli agenti di polizia.
Concretamente la città di Ventimiglia è diventata una “città da paura”, sporca, con migliaia di persone disperate in mano a strutture organizzate che gestiscono il passaggio clandestino verso la Francia, estorcendo loro denaro e prestazioni in natura.
Persone disperate senza nessuna minima condizione di salute, di igiene personale e di dignità umana, una parte accolti dalle braccia dei volontari della Caritas che forniscono pasti caldi o di organizzazioni umanitarie straniere di cui pochi conoscono l’identità e la qualità dell’assistenza fornita.
Anche l’economia cittadina sta subendo forti conseguenze da questa emergenza, con molte attività pronte a trasferirsi in altre realtà e nuove non più interessate ad insediarsi in una zona che storicamente è approdo di un milione di turisti francesi annui, una città con una forte rete commerciale, situata al confine con la Costa Azzurra e pochi chilometri dal Principato di Monaco.
Confesercenti, con tutte le altre categorie sociali, ha provato a dialogare e chiedere “aiuto” alle istituzioni preposte, ma i fatti dimostrano che ogni giorno le difficoltà aumentano e l’emergenza è sempre più acuta, la tensione, il malumore, il disagio tra gli immigrati e tra i cittadini ed operatori locali è in netto e costante aumento.
Siamo esasperati da tale situazione facendoci portavoce del malcontento dei nostri iscritti e dei nostri cittadini.
Confesercenti con la presente chiede al Governo Italiano la nomina di un Commissario ad acta, per l’emergenza umanitaria e sociale lungo la frontiera italo-francese di Ventimiglia, con pieni poteri atti a poter agire con tutti i provvedimenti necessari per la tutela sanitaria e della sicurezza delle persone che vivono, lavorano e transitano in questa città. Un commissario che si occupi della emergenza umanitaria dei migranti che passano da questo territorio, abbandonati al loro destino e molto spesso gestiti dalle organizzazioni criminali”.