Nasce il Festival Albintimilium Theatrum fEst, prodotto da Teatro Pubblico Ligure con la direzione artistica di Sergio Maifredi, che entra nella rete STAR Sistema Teatri Antichi Romani. Sono sei spettacoli sull’Odissea in scena al Teatro Romano di Ventimiglia dal 24 luglio all’11 agosto con Paolo Rossi, Giuseppe Cederna, Mario Incudine e Antonio Vasta, Moni Ovadia, David Riondino e Dario Vergassola, Amanda Sandrelli.
Ognuno inizia alle ore 21 ed è preceduto, alle ore 18.30, nella Chiesa di San Michele di Ventimiglia Alta o all’Area Archeologica con appuntamento presso la Domus del Cavalcavia, da VIA – Incontri e racconti Lungo la Via Iulia Augusta, che prevede appuntamenti al Museo Archeologico e a Ventimiglia Alta, per ripercorrere insieme l’antica via di comunicazione che attraversa Ventimiglia e collegava la Liguria con Roma. Il festival, organizzato da Teatro Pubblico Ligure nell’ambito del progetto STAR – Sistema Teatri Antichi Romani, è sostenuto dal Comune di Ventimiglia, dalla Direzione regionale Musei Liguria, dall’Area archeologica di Nervia e dalla Regione Liguria.
Il Festival segna l’inizio di un percorso sul territorio e si propone di valorizzarne uno dei tesori più rilevanti, il Teatro Romano (II-III secolo d.C.), che ospiterà i sei appuntamenti di Odissea un racconto mediterraneo, il racconto di uno dei testi fondativi della cultura occidentale affidato a cantori contemporanei e riportato all’oralità delle sue origini. VIA è stato pensato per incontrare le persone fuori del teatro, sulle strade che portano all’area archeologica. Così come anticamente il decumano collegava la città al teatro, luogo identitario per l’intera comunità, oggi il teatro è vivo e ancora presente sulle vie di comunicazione che solcano la città di Ventimiglia, territorio di frontiera in cui le persone possono riconoscersi e ritrovarsi. Il Ventimiglia Art Festival è un nuovo progetto che si inserisce sulla linea di Parole antiche per pensieri nuovi sviluppato con STAR – Sistema Antichi Teatri Romani, creato in collaborazione con la Direzione Musei Liguria a favore di quei Comuni in cui sono presenti le vestigia degli antichi romani. Rete a cui il Comune di Ventimiglia è stato tra i primi ad aderire.
“La pandemia ha portato con sé l’estremo contrarsi delle possibilità di crescita relazionale, artistica, culturale del territorio – dichiara il Vicesindaco e Assessore alla Cultura, teatro e manifestazioni Simone Bertolucci – ulteriormente rallentata dall’esondazione del fiume Roja che ha gravemente danneggiato il nostro teatro. L’Amministrazione intende realizzare a pieno l’obiettivo di favorire la crescita della collettività attraverso proposte tese al rilancio della cultura, intesa in senso lato come patrimonio, storia dei luoghi e delle persone, scoperta/riscoperta delle orme lasciate da abitanti e viandanti, creatività antica e contemporanea, tradizione. Di qui la scelta di costruire un percorso, non solo figurato, con Sergio Maifredi ed il Teatro Pubblico Ligure e l’idea di realizzare un Festival che possa divenire non solo contenitore di proposte, ma luogo di confronto, scambio e condivisione con il territorio ed i suoi luoghi d’arte e storia, le Associazioni che lo valorizzano e, non ultima, la cittadinanza”.
Prosegue l’Assessore al Turismo Matteo De Villa: “I nuovi modelli di fruizione dettati dalla pandemia suggeriscono una transizione verso un turismo più rispettoso dell’ambiente, dei luoghi, della cultura e della tradizione, quindi più sostenibile. Occorre intervenire sulla promozione dei luoghi di pregio ancora in parte misconosciuti, rilanciando con forza iniziative tese ad innalzare la qualità dell’offerta. Favorire la conoscenza reciproca dei luoghi e delle culture, facendo emergere al tempo le proprie peculiarità, aumenta l’attrattività, la voglia di scoprire, di capire, di immergersi in nuove realtà, di iniziare un dialogo duraturo”.
“Siamo felici – dichiara Alessandra Guerrini, Direttore regionale Musei Liguria – come Direzione Musei Liguria di collaborare alla nascita di questa nuovo festival che prende il via nel teatro romano dell’antica città di Albintimilium, conservato nell’area archeologica di Nervia. Un progetto che nasce dal forte impegno delle istituzioni, in sinergia tra tutti i soggetti coinvolti: una rete che unisce i musei statali e civici della città, così come i teatri romani della regione. Il fruttuoso lavoro del Teatro Pubblico Ligure porterà quest’estate gli spettacoli ai due estremi della Liguria, da Luni a Ventimiglia, luogo di confine e per questo da sempre territorio di scambio e contaminazione. Grazie al Comune di Ventimiglia il teatro romano ospiterà ben sei spettacoli dedicati all’Odissea, per una stagione estiva sempre più ricca che fa rivivere uno dei teatri romani meglio conservati del Nord Italia”.
“Da molti anni – dichiara Sergio Maifredi, ideatore e direttore del festival “Albintimilium Theatrum fEst”- sognavo di poter portare in scena un mio progetto al Teatro Romano di Ventimiglia. Teatro Pubblico Ligure fa confluire qui le due linee principali della propria mission: rigenerazione del territorio e valorizzazione dei siti archeologici della Liguria, in rete con i siti archeologici teatrali di tutta Italia. Lavoreremo con la Città di Ventimiglia affinché la comunità si ritrovi nel suo Teatro, riconoscendolo come elemento identitario, catalizzatore di storia e di cultura”.
Tutti gli aggiornamenti saranno pubblicati sui siti www.teatropubblicoligure.it e www.comune.ventimiglia.it. Biglietti: 15 euro. In vendita presso Ufficio IAT Lungo Roja Rossi (tel. 0184 198309 o 0184 351209). Per informazioni Ufficio Manifestazioni teatro@comune.ventimiglia.im.it tel. 0184 6183225. Per informazioni sull’area archeologica drm-lig.albintimilium@beniculturali.it – tel. 0184 252320.
Eventi in programma
Si comincia sabato 24 luglio al Teatro Romano di Ventimiglia con Paolo Rossi protagonista di La maga Circe (canto X), primo appuntamento di Odissea un racconto mediterraneo ideato e diretto da Sergio Maifredi. Rossi rilegge a suo modo uno dei personaggi più affascinanti dell’Odissea. Il dio Eolo ha dato a Odisseo l’otre che imprigiona i vènti contrari al ritorno ad Itaca. I compagni di Odisseo aprono l’otre, i vènti si scatenano e i marinai sono in balìa del mare per nove giorni. I giganti Lestrigoni massacrano parte dei compagni di Odisseo, indi finalmente giungono all’isola di Circe. La bella dea trasforma gli uomini in porci facendo loro scordare il ritorno. Odisseo riuscirà a liberare i suoi compagni ed a riprendere il viaggio. Paolo Rossi trova infiniti spunti da questo canto per chiosare ogni suo pensiero sulle donne di Omero e non solo. La sua lettura sa restituirci anfratti dell’Odissea che altrimenti rischiano di perdersi, fagocitati dall’insieme.
Albintimilium Theatrum fEst prosegue giovedì 29 luglio con Giuseppe Cederna e L’isola dei Feaci, che comprende i canti dal V al VIII di Odissea un racconto mediterraneo, sempre con la regia di Sergio Maifredi. Narra l’arrivo di Odisseo alla terra di Alcinoo, l’isola dei Feaci, dopo otto anni trascorsi nell’isola di Calipso. Nell’isola di Alcinoo avviene il “montaggio” dell’Odissea, in un gioco di rimbalzi e di specchi tra cantori: Omero in “oggettiva” canta il presente di Odisseo; Demodoco da un’altra prospettiva canta per gli ospiti del re Alcinoo e per Odisseo, non ancora rivelatosi, la storia del distruttore di Ilio, di Odisseo stesso. Odisseo è già mito. Odisseo si commuove e nasconde il volto col mantello. Qui, al banchetto di Alcinoo, Odisseo si fa cantore a sua volta e canta “in soggettiva” la sua versione, la sua Odissea. Ed è ancora qui che nasce il flash back, il primo flash back della letteratura occidentale. La narrazione non segue più il tempo che procede lineare in avanti ma un tempo che gira, torna indietro “con il rewind”, si avvolge creando cerchi in cui ogni episodio vive assoluto.
Mario Incudine e Antonio Vasta venerdì 30 luglio sono i protagonisti de Il Ciclope, canto IX di Odissea un racconto mediterraneo, che viene presentato in forma di concerto. È il primo “cunto” di Odisseo, il racconto con cui inizia la “versione di Odisseo”. Alla reggia di Alcinoo, Odisseo ascolta Demodoco il cantore, narrare della guerra di Troia e dei ritorni degli eroi sopravvissuti. Odisseo piange e si rivela ad Alcinoo. Omero dal racconto in “oggettiva” passa al racconto in “soggettiva”. Odisseo dipana per Alcinoo il filo delle sue avventure ed inizia con gli “effetti speciali”, con il ciclope Polifemo, certo di catturare l’attenzione del re e di ottenere da lui navi per tornare ad Itaca. Mario Incudine, artista di straordinario talento, attore, cantante, scrittore, affronta a suo modo questo “cunto”. Lo trasforma in un vero e proprio canto con musiche scritte appositamente da Antonio Vasta, con lui sul palco. Il Ciclope di Omero si contamina con la riscrittura di Pirandello e di Sbarbaro, entrambi “traduttori” del Ciclope di Euripide. Ed è interessante notare che Pirandello lo traduca a ridosso della prima guerra mondiale e Sbarbaro della seconda. Il Ciclope anche questo è: la forza bruta contro l’intelligenza, la violenza contro l’accoglienza. In forma di cunto siciliano prende vita il canto più noto dell’intera Odissea ambientato da Omero nell’Isola Trinacria. Cantato, suonato e recitato da due tra gli artisti più acclamati del panorama nazionale ed internazionale, con le radici nel cuore del Mediterraneo, la Sicilia. Progetto e regia di Sergio Maifredi.
Sarà Moni Ovadia, venerdì 6 agosto, a portare La gara dell’arco fra le pietre del Teatro Romano di Ventimiglia. Il canto XXI di Odissea un racconto mediterraneo diretto da Sergio Maifredi, parla di Penelope che ha deciso di porre fine all’attesa: sarà sposa di chi, tra i proci, saprà tendere l’arco di Odisseo. I pretendenti si preparano alla sfida; tra loro, sotto i dimessi stracci del medico, si cela Odisseo. Quando l’arco sarà nelle sue mani, Odisseo non esiterà a stoccare il dardo che trafiggerà la gola del più arrogante dei pretendenti. Le porte della reggia si serrano come le reti di una tonnara. La mattanza ha inizio. Moni Ovadia, in una lectio magistralis, ci farà riscoprire il rito civile della lettura ed i due grandi viaggi che segnano la civiltà occidentale, il viaggio di Odisseo e il viaggio di Abramo. Ovadia corre sulle onde dell’Odissea arrivando all’Itaca di quello straordinario poeta che è Kostantinos Kavafis.
Si prosegue lunedì 9 agosto con David Riondino e Dario Vergassola protagonisti de I patti di pace, canto XXIV di Odissea un racconto mediterraneo, progetto ideato e diretto da Sergio Maifredi. Che il viaggio non sarebbe terminato con l’arrivo a Itaca, Odisseo lo sa bene da quando, nel regno dei morti, ha incontrato Tiresia, al nono canto. L’indovino cieco glielo ha predetto: dovrà, dopo la strage dei pretendenti, rimettersi in cammino, per terra questa volta, lontano dal mare, portando sulla spalla un remo, come una croce, come un’espiazione. La meta non avrà le coordinate precise che individuano Itaca sulle carte nautiche. Ma quando Odisseo sarà così lontano dal mare che, al suo passare, la gente scambierà il remo per un ventilabro allora sarà giunto alla fine delle sue fatiche. Potrà fare sacrifici agli Dèi e tornare in patria. Questo viaggio per terra è una seconda Odissea a cui Omero allude e che con molte probabilità è pure esistita in forma orale e scritta ma di cui le tracce si sono perdute. Riondino e Vergassola da lì partono, dai patti di pace, che chiudono i ventiquattro canti dell’Odissea che conosciamo e ci trasportano in un’altra Odissea tutta immaginata, enigmatica e misteriosa e forse mai scritta se non l’immaginario di ognuno di noi. Con ironia, intelligenza, irriverenza, com’è nel carattere di Riondino e Vergassola.
Il festival si chiude mercoledì 11 agosto con Amanda Sandrelli nei panni della Ninfa Calipso, canto V di Odissea un racconto mediterraneo, ideato e diretto da Sergio Maifredi per Teatro Pubblico Ligure. Calipso è colei che nasconde. È nella sua isola che Odisseo si trova ormai da sette anni quando Atena implora gli altri dèi di accorgersi di questo eroe che ancora non ha fatto ritorno a casa dopo la guerra di Troia. Calipso gli ha offerto l’immortalità e la sua bellezza eterna. Odisseo sa a cosa rinuncia ma non vuole smettere di essere uomo mortale. Calipso, piangendo, lo lascerà riprendere il suo viaggio. Amanda Sandrelli, con forza e dolcezza, dà vita ad una umanissima Calipso e sceglie di accostarla, per contrasto, ad una Clitemnestra contemporanea. Racconterà quindi di due abbandoni vissuti in modo diametralmente opposto. Racconterà di due donne che sono due volti della stessa Luna.
Il Festival Albintimilium Theatrum fEst fa parte del progetto “Parole antiche per pensieri nuovi”, una linea rossa che percorre le produzioni di Teatro Pubblico Ligure e che riunisce testi classici non teatrali, tutti nati per essere detti ad alta voce, condizione viva e sonora a cui vengono riportati con il teatro: Odissea, Eneide, Iliade, Decameron e i poemi cavallereschi. Testi fondanti della civiltà occidentale sono andati in scena nei luoghi che ne testimoniano la nascita, siti archeologici riuniti da TPL in STAR – Sistema Teatri Antichi Romani, che in Liguria comprende Luni, Albenga, Ventimiglia, Albisola e Chiavari. In coerenza con questa filosofia e con quanto finora realizzato con un pubblico sempre più attrezzato a riconoscere le eccellenze culturali presenti sul territorio, si inseriscono i sei spettacoli di questo nuovo festival.