Da novembre 2020 Caritas Intemelia, Diaconia Valdese supportata dal Danish Refugee Council (DRC) e WeWorld hanno aperto a Ventimiglia una casa (messa a disposizione dalla Diocesi) per famiglie e donne sole in transito, dando ospitalità in 7 mesi, grazie unicamente a donazioni e sovvenzioni private e risorse interne, a quasi 600 persone migranti in viaggio verso altri paesi europei.
Inoltre Diaconia Valdese ha messo a disposizione una parte della struttura della Casa Valdese di Vallecrosia, al fine di fornire un supporto nel medio termine per i nuclei familiari in attesa di esseri inseriti in percorsi formali di accoglienza.
“L’apertura della casa a Ventimiglia – commentato le associazioni – si è resa necessaria per rispondere all’esigenza di tutelare le persone più fragili che, senza questo tipo di accoglienza provvisoria, si vedrebbero costrette a cercare riparo in luoghi di fortuna, come la zona intorno alla stazione o lungo le sponde del fiume Roja, con evidenti disagi e rischi personali (in particolare per le donne sole).
Sino alla fine del mese di maggio hanno beneficiato di questa accoglienza 222 nuclei familiari in transito di 28 paesi diversi. Il 44% degli ospiti sono state donne ed il 35% bambini e ragazzi minorenni (il più piccolo dei quali di soli dieci giorni di vita)
Il 73% delle persone era originario dell’Africa sub-sahariana (Costa d’Avorio, Eritrea, Nigeria, Etiopia) arrivate dalla rotta mediterranea, o già nel nostro paese ma uscite dal sistema di accoglienza italiano, oppure “dublinate” da altri paesi UE. Il 13% proveniente dai Paesi del Nord Africa ed il restante 14% dal Medio Oriente (Iraq – Kurdistan ed Afghanistan soprattutto) seguendo la rotta balcanica o quella del Mediterraneo orientale. Sino ad oggi rilevante la presenza di donne sole o con bambini provenienti dal Corno d’Africa (che dichiarano voler andare in Germania) e dalla Costa d’Avorio (approdate numerose negli ultimi mesi ed intenzionate ad andare in Francia).
Il progetto di accoglienza – continuano – è possibile anche grazie all’impegno inestimabile di un gruppo di volontari (provenienti da esperienze lavorative e personali molto diverse) che quotidianamente si mettono a disposizione per aiutare nella gestione della casa. Piccoli momenti fatti di gesti quotidiani (l’accoglienza, le informazioni sull’ospitalità, la sistemazione nelle stanze, la cena…) o del semplice ascolto di ricordi di una terra lontana, di un viaggio troppo doloroso, dei sogni futuri da realizzare. Questa esperienza arricchisce umanamente chi la sperimenta, permette di condividere una narrazione realistica della situazione dei più vulnerabili tra i transitanti e può aprire nuovi spunti di riflessione per coloro che avranno la voglia e l’attenzione di approfondire le storie, realizzando così che si parla di persone e non solo di “numeri” e di “sbarchi”.
Esattamente 6 anni fa, l’11 giugno 2015, la Francia ha sospeso Schengen avviando controlli sistematici alle frontiere con le conseguenze per le persone migranti e per la città che tutti conosciamo. Riteniamo quindi che non si debba più parlare di “emergenza” e che questa situazione non possa essere gestita solo in termini di sicurezza, è indispensabile un impegno delle Istituzioni per una risposta umanitaria che non può essere demandata unicamente alle organizzazioni di volontariato, non governative e solidali (senza aiuti pubblici).
Presso la sede della Caritas Intemelia, oltre ai servizi attivi per le persone residenti in difficoltà, vi sono quelli per le persone migranti che possono ricevere dal lunedì al sabato mattina la colazione/pranzo da asporto ed il vestiario, usufruire di cure grazie ad operatori sanitari volontari, ricevere consulenza presso lo sportello legale (gestito insieme a Diaconia Valdese e WeWorld); famiglie e minori soli non accompagnati possono accedere ad una zona di ascolto/gioco (gestita in collaborazione con Save the Children) dal lunedì alla domenica sia la mattina che il pomeriggio. Diaconia Valdese e WeWorld sono inoltre impegnate in attività di informazione sul territorio”, concludono.