A differenza di quanto pubblicato questa mattina alle 9,35 da un importante quotidiano online della provincia di Savona, anche la Francia conferma il passaggio dall’ora solare a quella legale nelle prime ore di domenica 28 marzo.
Non si trova infatti nessuna conferma allo ‘smarcamento’ transalpino nei confronti del resto d’Europa anche se esistono forti preoccupazioni in Francia riguardo il rispetto del coprifuoco fissato alle ore 18.
Ne ha parlato anche il presidente Macron e il suo esecutivo, esprimendo una certa preoccupazione per l’inevitabile allungamento delle giornate. Spostare il coprifuoco dalle 18 alle 20 viene ritenuto impensabile per il contenimento della pandemia, due ore che consentirebbero ai lavoratori di uscire dall’ufficio e recarsi all’aperitivo o creare comunque assembramento anche con l’asporto. Domenica 28 marzo a Parigi il tramonto è previsto alle 20,15 e un conto è dire ai cittadini di rimanere chiusi in casa nelle fredde giornate invernali, altra cosa è chiederlo con l’arrivo della primavera e l’innalzamento delle temperature.
Dunque, sembra proprio che per il momento nessuna nazione della UE deciderà per conto suo se mantenere o cambiare una tradizione vecchia di quasi mezzo secolo. Nel 2018 la Commissione Europea ha lanciato una consultazione tra la popolazione per capire quale fossero gli orientamenti, hanno risposto oltre quattro milioni e mezzo e l’84% aveva dichiarato di essere contrario al doppio cambio annuale dell’ora. Attenzione però: quasi il 60% di loro aveva specificato che vorrebbe mantenere per sempre l’orario legale o estivo.
Ogni nazione della UE mantiene anche in questo caso la propria indipendenza e sovranità e con esse la facoltà di scegliere sull’ora, ma questa decisione diventa applicabile solo e soltanto a fronte di una strategia comune coordinata dalla UE che ha in programma una serie di consultazioni ad hoc, rimandate però a causa dell’emergenza Covid.