I Coordinatori liguri di Italia Viva, intervengono, con una nota stampa congiunta, sulle vaccinazioni in Liguria.
“’La regione più anziana (e quindi più fragile) d’Italia, la Liguria, è ferma al 60,2%’, mentre la media italiana delle vaccinazioni effettuate rispetto alle dosi consegnate è del 70,8%.
Questa affermazione del Corriere della Sera è confermata, nella sostanza, dal sito del Ministero della Salute che indicava questa mattina la percentuale ligure di somministrazioni nel 60,8. Peggio di noi, di un soffio, solo la Sardegna e poi la Calabria.
Chiediamo a Regione Liguria, ad Alisa e alle 5 Asl liguri di spiegare cosa sta accadendo. Al di là del ritardo nella consegna delle dosi – che è uguale per l’intero Paese – perché la somministrazione in Liguria langue? Alisa e Regione Liguria sono in grado di dirci quale organizzazione abbiano messo in campo per somministrare le dosi di vaccino già consegnate? Se questa organizzazione è stata concordata e condivisa con i territori?
Qual è il piano vaccinale con la programmazione di dettaglio della somministrazione in cui sia possibile comprendere quante squadre sono impiegate, il numero di vaccini da somministrare secondo quali tempi, quali le priorità individuate, secondo quali tempi, dalla Liguria e quali le varianti introdotte da ogni singola Asl rapportate alla numerosità dei vaccinandi di ogni territorio?
Dove possiamo reperire quotidianamente i dati di somministrazione per comprendere se i tempi e i programmi sono stati rispettati?
Purtroppo da tempo denunciamo una mancanza di trasparenza sulla gestione ligure delle vaccinazioni, che ripete quella della gestione dell’intera emergenza sanitaria dal suo inizio. Sul piano vaccinale di Toti non abbiamo mai letto nulla, se non gli articoli in cui si accavallano informazioni spesso fuorvianti.
Molta confusione si è fatta sui metodi di prenotazione – numero verde, portale on line, lettere dei comuni, e conseguenti adesioni, consegnate da tempo, prenotazioni in farmacia, coinvolgimento dei medici di famiglia – tutti annunciati in conferenze stampa e in comunicati che spesso confliggono con le comunicazioni locali e con il concreto operare delle singole asl.
A fronte degli annunci quel che vediamo è la scarsità di personale reperito per la vaccinazione che, insieme alla disorganizzazione è l’unica spiegazione alla dilatazione dei tempi che saranno necessari ad immunizzare la popolazione. Di questo passo sarà impossibile pensare di portare in tempi brevi a una nuova normalità i nostri concittadini liguri.
La situazione è di certo molto complessa per questo non ha bisogno di conferenze stampa imbonitrici ma di programmazione chiara e amministratori all’altezza”.