Oggi 4 febbraio si celebra ovunque la ‘Giornata Mondiale contro il cancro’, la peggiore delle malattie che ha causato nel 2017, ultimo anno analizzato, 180mila decessi solo in Italia.
I calcoli svolti dagli addetti ai lavori indicano che ogni anno nella nostra nazione vi siano 377.000 nuove diagnosi di tumore quasi equamente divise tra popolazione femminile e maschile. Escludendo i carcinomi della cute, tra gli uomini il tumore più diffuso resta quello alla prostata, seguito da quelli al polmone, al colon retto e alla vescica. Tra le donne il tumore alla mammella è di gran lunga quello più diffuso con il triplo di casi rispetto al colon retto che lo segue.
In questo lungo periodo di emergenza sanitaria causa Covid, crescono i timori tra la popolazione ed anche tra gli addetti al comparto sanità che inevitabilmente molte patologie extra-virus siano poco attenzionate e curate, e questa sgradevole suggestione trova conferme e si trasforma in realtà.
Lo ha confermato tra gli altri anche il dottor Luca Rubino, stretto collaboratore del dottor Claudio Battaglia, presidente della Lilt provinciale e responsabile della Breast Unit a Sanremo.
“A causa della pandemia – dice – abbiamo inevitabili ritardi nello screening e nella prevenzione, un’attività che ha subito un blocco per dare precedenza alla lotta contro il Covid. La Lilt ha però continuato con la sua attività nel rispetto dei limiti imposti dai Dpcm, pur dovendo sopportare un drastico calo nell’attività fondamentale della prevenzione soprattutto riguardo il tumore della mammella”.
“Sono i numeri che parlano: rispetto al normale 2019, l’anno scorso si è registrato un calo di un milione e mezzo di esami preventivi. Durante l’estate si è tentato un recupero ma la seconda ondata ha nuovamente rallentato tutto”.
La gente ha paura di ammalarsi di qualche patologia non associata al Covid e di non essere curata adeguatamente: “Questo problema esiste – conferma Rubino – e non riguarda solo l’oncologia ma anche malattie tempo-dipendenti, croniche, che non hanno avuto l’accuratezza medica che sarebbe stata necessaria”.
“Poi accadono anche situazioni particolari – sottolinea – come il cluster nel reparto di chirurgia della nostra Asl1 ad Imperia che ha comportato ritardi nella nostra attività con controlli a tappeto, esami, analisi sino ad un blocco che ancora oggi, giorno di interventi in reparto, ci costringe a non poter operare”.
“Mancano circa diecimila diagnosi di tumori in Italia rispetto alla media – spiega il medico – con conseguenze valutabili in un aumento della mortalità che nei prossimi cinque anni crescerà del 10%. A breve termine invece avremo un aumento dei costi sul servizio sanitario nazionale causati da ritardate diagnosi, conseguenti cure più lunghe e peggioramento dell’aspettativa di vita. Un intervento alla mammella, per esempio, fatto in tempo si risolve con una degenza molto breve, anche di un solo giorno, ma se a causa di diagnosi ritardate l’intervento si trasforma in demolitivo oltre a causare gravi conseguenze sulla paziente crea anche un costo molto maggiore alla nostra Sanità”.
“La nostra Lilt ha diverse iniziative in cantiere – conclude Luca Rubino – riguardo la sfera mammaria, sia dal punto di vista medico che psicologico ed estetico. Penso che me ne occuperò personalmente e appena avremo novità le comunicheremo a tutti”.