Una pala d’altare sarà restituita,martedì 2 febbraio 2021 alle ore 11,00, al Seminario Vescovile di Ventimiglia dal Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale di Torino, Ten. Col. Silvio Mele, alla presenza del Vescovo della Diocesi, Mons. Antonio Suetta,e del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Imperia, Col. Andrea Mommo.
L’opera, gravemente e drammaticamente modificata da uno spregiudicato ricettatore che voleva renderla irriconoscibile agli investigatori, consiste nella porzione di una più grande pala d’altare risalente al XVII secolo, rubata al Santuario della “Madonna delle Ciliegie” di Ormea (CN) nel dicembre del 1994 e raffigurante la “Nascita della Madonna”.
Nonostante l’alterazione importante, però, il bene è stato comunque individuato nel 2017 dai militari specializzati del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale nel corso dei controlli periodici condotti sui siti delle case d’asta e su quelli dedicati al commercio antiquariale. La tecnologia performante offerta dagli strumenti informatici in uso agli investigatori dell’arte ha infatti permesso di scorgere, nella parte rimanente della grande pala d’altare, alcuni importanti dettagli che la riconducevano a quella rubata quasi trent’anni prima dal Santuario piemontese. L’individuazione del dipinto ha consentito di avviare un’attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Genova, che ha portato al rintraccio del soggetto responsabile dell’alterazione della tela e al sequestro dell’opera mentre si trovava in procinto di essere venduta e trasferita all’estero.
Le conseguenti investigazioni hanno consentito di accertare che la preziosa tela era rimasta nascosta per diversi anni dopo il furto in una cantina della provincia di Genova dalla quale è riemersa nel 2001 quando, dopo essere stata affidata ad un restauratore piemontese per essere rintelata e rinnovata, è stata alterata e immessa nuovamente nel mercato dell’arte. L’immediata azione da parte dei Carabinieri ha permesso di accertare la provenienza illecita dell’opera, consentendone un sicuro recupero che,nel caso di una esportazione all’estero, sarebbe stato estremamente difficoltoso.
L’evento odierno testimonia come le verifiche e gli accertamenti svolti dai Carabinieri del Reparto specializzato dell’Arma nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, il più grande database di opere d’arte rubate al mondo gestito dal Comando TPC, in collaborazione con gli uffici diocesani può condurre, anche a distanza di molto tempo, alla ricomposizione di percorsi storici, culturali e sociali con la restituzione alla collettività di preziosi ed unici beni, ormai creduti dispersi, che costituiscono e identificano l’identità dei luoghi dai quali sono stati sottratti.