“Sul Festival di Sanremo occorre dire parole chiare. Come quelle utilizzate dal maestro Riccardo Muti che ha bollato come “abominevole” l’idea di usare i figuranti pagati come pubblico per l’Ariston. O come le parole di Al Bano che sposa la mia idea di rinviare il Festival perché “farlo così significherebbe non santificarlo: come una messa in Vaticano senza i fedeli… sarebbe sterile”. E come il maestro Muti e Al Bano decine, centinaia di artisti stanno giustamente chiedendo da una parte che la legge sia uguale per tutti, dall’altra che si possa svolgere il Festival non privandolo proprio di Sanremo e dunque della città e del territorio che l’accoglie. Incaponirsi o addirittura minacciare invece come continuano a fare dalle parti della Rai su un Festival che sarebbe da reclusi e perderebbe totalmente il suo significato fa solo il male sia del Festival che di Sanremo. Perché è evidente che nella formula immaginata non sarebbe un Festival ma un requiem di Sanremo”.
Così in una nota Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia eletto a Sanremo, e capogruppo azzurro in Commissione di Vigilanza Rai.