Anche a Sanremo è stata celebrata la Giornata della Memoria con una sobria cerimonia presso il Monumento ai Caduti in corso Mombello. Tra i presenti stamattina anche il sindaco Alberto Biancheri.
“E’ un giorno importante – ha detto – per non dimenticare quello che accadde durante la seconda guerra mondiale. Sono passati 76 anni ed oggi, seppur in forma ridotta, ricordiamo quella tragedia davanti alle autorità militari, l’Anpi e la famiglia Merlo che è stata promotrice della posa di una lapide”.
“Le divisioni di quei tempi sono purtroppo ancora oggi di attualità. Il ricordo della Shoah deve essere indelebile e trasmesso alle nuove generazioni nel modo corretto – si augura Biancheri – specificando molto chiaramente che le divisioni non hanno certo creato un mondo migliore”.
Al fianco del Sindaco era presente Silvana Ormea, assessore alla Cultura sanremese: “Oggi è il Giorno della Memoria ma noi dobbiamo ricordare sempre, i testimoni diretti di questa terribile pagina di storia se ne stanno andando tutti per motivi anagrafici. Il timore è che tutto quel che è successo finisca pian piano nell’oblio, non dobbiamo permetterlo soprattutto in questo periodo così difficile, pieno di tensioni e di odio”.
Tra i presenti anche il consigliere comunale e ‘libero cittadino’ Giorgio Trucco: “Invito tutti i genitori a parlare ai figli di quanto successo quasi 80 anni fa. Tra pochi anni non ci saranno più testimoni diretti, ci prendiamo l’impegno di mantenere vivo il ricordo e trasmetterlo alle nuove generazioni affinchè non si commettano più gli stessi tragici errori del passato”.
Una seconda cerimonia commemorativa nella città dei fiori si è successivamente svolta presso il cimitero comunale di Valle Armea, organizzata direttamente dall’Anpi-Associazione nazionale partigiani d’Italia, sezione di Sanremo.
“Noi dell’Anpi ci assumiamo l’impegno di non far dimenticare un periodo che ha tragicamente segnato la storia moderna dell’umanità – spiega Amelia Narciso presidentessa della sezione sanremese – ma che non è purtroppo rimasto un episodio unico e irripetibile. Quello che sta avvenendo oggi intorno a noi sembra una tragica copia di quanto accaduto 76 anni fa e dalle reazioni della gente temo che si stia perdendo la capacità di distinguere il bene dal male”.
“Da tanti anni – prosegue Amelia Narciso – siamo al fianco del nostro Comune e noi vorremmo che la nostra collaborazione non si limitasse solo a questa occasione rituale che alla fine diventa sterile se non ha una prosecuzione. Chiediamo un piccolo spazio permanente dove poter esporre ciò che abbiamo raccolto nel tempo, cimeli, libri, fotografie, filmati, e metterli a disposizione di tutti a cominciare dagli studenti. In sostanza vorremmo che la gente venisse da noi in una sede invece di essere sempre noi a dover chiedere di andare da qualche parte per raccontare la storia”.
Allineato con la presidentessa anche Gustavo Ottolenghi, vice-presidente Anpi Sanremo: “Da oltre un anno – dice – cerco di portare avanti il progetto delle ‘pietre d’inciampo’, sulle quali porre i nomi delle persone deportate dalla nostra città e mai più tornate. A Sanremo sono una trentina e i nomi li conosciamo ma insorgono sempre delle difficoltà e quindi chiedo l’aiuto di tutti per far sì che oltre alle targhe in bronzo con il nome dei vincitori dei Festival questa città ricordi anche i suoi deportati e vittime della Shoah”.