La soleggiata giornata odierna doveva essere quella dell’attesa apertura in tutta Italia degli impianti sciistici nelle stazioni invernali che hanno già dovuto rinunciare alla metà degli incassi stagionali a causa della chiusura nelle feste di fine anno.
Con un innevamento praticamente perfetto, la beffa per gli operatori e per gli appassionati è duplice ma non tutto il mondo è paese anche in un periodo di emergenza sanitaria senza confini. Ieri le stazioni del Mercantour e della Tinèe, le due vallate più vicine ai nostri confini, sono state prese d’assalto dai francesi in cerca di una boccata d’aria pura.
Al termine del fine settimana, la strada del ritorno si è trasformata in un incubo per chi voleva e doveva rientrare a casa prima delle ore 18, orario in cui scatta il severo coprifuoco in Costa Azzurra. La gran parte ha sciato sino al limite orario possibile e poi si è velocemente messa alla guida per non rischiare sanzioni. Il problema è che quasi tutti hanno avuto la stessa pensata e inevitabilmente si sono create code lunghissime e attese infinite prima di tornare a casa.
C’è voluta un’ora e mezza per percorrere 10 chilometri e sono stati molti quelli che non hanno potuto rispettare l’orario di inizio coprifuoco ma non sembra che siano state elevate sanzioni nei confronti dei trasgressori.
Non è invece scampato ad una chiusura amministrativa il gestore di una brasserie nella piazzetta centrale di Auron che sabato si è visto assediare da circa quattrocento persone all’ora del tè ma per bere mojito, vin brulè e qualche cioccolata calda, folla attratta anche dalla musica sparata ad alto volume. Diversi abitanti del luogo si sono arrabbiati, hanno inviato foto di assembramenti e di clienti danzanti con mascherine abbassate e i gendarmi sono arrivati prima delle 17,30 quando tutto stava finendo. Il gestore ha chiesto scusa ma non gli è bastato per ottenere indulgenza.