Sit-in davanti alla sede della Prefettura di Imperia per i lavoratori pubblici con il nome ‘Non mi fermo, ma protesto‘. A organizzare la manifestazione i sindacati Cgil, Uil e Cisl.
I rappresentanti di quest’ultimi hanno consegnato un documento condiviso al prefetto per chiedere più certezze, assunzioni, turn over e soprattutto il rinnovo dei contratti in scadenza.
La protesta imperiese si è svolta nella stessa giornata in cui va in scena un più ampio sciopero, a livello nazionale, di tanti lavoratori del comparto. In particolare, per ciò che concerne la città capoluogo, erano presenti dipendenti Asl e di diverse pubbliche amministrazioni.
“Questo è il risultato di una serie di tagli che i governi hanno applicato nel pubblico impiego – dice Tiziano Tomatis segretario generale di FpCgil. È un grido di allarme dei lavoratori per tutti i cittadini. A breve, se il trend non sarà cambiato, l’ossatura dello stato rappresentata dai dipendenti pubblici ricadrà inevitabilmente sui tutti i cittadini con carenze importanti. Crediamo che quanto fatto negli ultimi anni abbia generato una situazione che non è più gestibile, chiediamo al Governo di investire sul pubblico impiego”.
“Abbiamo consegnato al prefetto un documento predisposto a livello nazionale – spiega Milena Speranza segretaria generale di UilFpl. Nello sciopero di oggi c’è la partecipazione di tutta la parte della sanità e quella delle pubbliche amministrazioni. Chiediamo sicurezza, rinnovi contrattuali e soprattutto assunzioni che sono bloccate ormai da tantissimi anni. Non vogliamo sentire che sia colpa del covid perché riteniamo che ciò che sta accadendo derivi dalle assunzioni non avvenute negli anni precedenti”.
Tra gli argomenti toccati anche lo smart working attraverso il quale i dipendenti pubblici hanno continuato a garantire i servizi durante il periodo pandemico: “La pandemia ha messo in evidenza l’importanza assoluta di garantire servizi ai cittadini – sottolinea Domenico Mafera di CislFP . Non va dimenticato che moltissime delle professioni pubbliche hanno garantito la propria presenza fisica negli uffici e negli ospedali ovviamente. Le altre attività, svolte da remoto, sono state fatte con questo smart working emergenziale, ma comunque garantendo i servizi ai cittadini”.
Presente oggi anche una rappresentanza dei 31 operatori sanitari che, nonostante le mancanze ospedaliere evidenziate in questo periodo, andranno in scadenza di contratto a fine mese: “La sanità sta pagando molto e sta cercando di reclutare personale in ogni dove – evidenzia Tomatis. A oggi abbiamo 31 oss assunti a tempo determinato, qualcuno addirittura da maggio 2019 che ha percorso tutto il periodo covid e si ritroverà al 31 dicembre a dover rimanere a casa. I sindacati sono già intervenuti per trovare una soluzione e dare una proroga a tutto questo personale”.
Da segnalare, infine, che sono state simbolicamente esposte davanti agli ingressi dei principali uffici pubblici e dell’ospedale le bandiere dei sindacati.